Inviato da redazione il Gio, 10/05/2007 - 14:57
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Presentiamo, con entusiasmo, questo libro nel nostro centro sociale, perché crediamo sia oggi fondamentale un forte recupero della memoria storica della lotta che diverse generazioni di militanti antifascisti, comunisti e non, affrontarono contro il nazifascismo.

Pensiamo infatti di trovarci davanti ad un quadro politico nel quale questa lotta e questo sacrificio siano infangati da un revisionismo storico che parifica i torturatori con i torturati, i fascisti collaborazionisti alleati dell'esercito occupante nazista con i partigiani che diedero la loro vita nella lotta di liberazione.

D’altra parte la stessa Resistenza viene svuotata di valori e contenuti quando è presentata in un’ottica retorica, edulcorata e iconografica e consegnata quindi alla storia privata della sua forza di trasformazione sociale.

Entrambi questi elementi funzionano oggi da stampella ideologica  per i governi che si susseguono senza forte discontinuità politica l'uno dall'altro; governi, come quello attuale, cosi lontani dai valori di quella eroica lotta popolare.

Ed è per questo che parlare della Resistenza e della lotta di Liberazione dal nazifascismo, vuole dire per noi oggi interpretare l'aspirazione ad una trasformazione radicale dell'esistente di quelle migliaia di uomini e donne che, dopo il 25 aprile del 1945, deposero le armi convinti di aver spazzato via insieme al fascismo e al nazismo anche miseria, sfruttamento e guerra. Convinti altresì di aver chiuso definitivamente con una dirigenza politica fascista e con una classe economica che invece ritroveranno ancora più saldamente al potere con il supporto dell'imperialismo statunitense.

Recuperarne la memoria, riprenderne i valori e attualizzarne i contenuti è  per noi una scelta di principio irrinunciabile.

Dall’introduzione di Paola Staccioli: “…Il secolo scorso ha visto, tra l’altro, lo scontro tra due inconciliabili concezioni del mondo, dei rapporti sociali e di produzione. Da una parte le ideologie totalitarie fondate sulla supremazia della razza e la prevaricazione dei più deboli, dall’altra i valori della solidarietà, dell’egualitarismo, della giustizia sociale, della liberazione dal lavoro salariato e dall’oppressione. Visioni antitetiche, inevitabilmente sfociate in una contrapposizione aperta e senza incrinature, che provocò lutti e sofferenze ma portò anche a fondamentali conquiste sociali e politiche…”