CONTRO OGNI RAZZISMO CONTRO IL DECRETO SICUREZZA

Inviato da redazione il Gio, 29/11/2018 - 20:11
Categoria
campagne in lotta
CONTRO L'APERTURA DEL "CPR" DI VIA CORELLI
CONTRO I LAGER DI STATO
CONTRO IL DECRETO SICUREZZA SALVINI
CONTRO IL RAZZISMO DI STATO
PER UN PUNTO DI VISTA DI CLASSE SULL' ANTIRAZZISMO
 
SABATO 1° DICEMBRE ORE 14,30
in piazza Piola
parteciperemo al corteo indetto da numerose associazioni antirazziste per esprimere un forte e caratterizzante punto di vista di classe sul razzismo istituzionale del governo lega-cinquestelle.
 

Il decreto Salvini è l’istituzionalizzazione di un criminale razzismo di stato, della xenofobia e del “sicuritarismo” sulla pelle di donne e uomini in fuga da guerra e miseria.

La campagna contro i migranti, mascherata da toni apocalittici di un’inesistente “invasione”, ha raggiunto, con il varo del Decreto Sicurezza Salvini limiti fino a poco tempo fa impensabili. Anche l’ipocrita accondiscendenza e il paternalismo di facciata sono stati superati e, nel linguaggio comune, hanno fatto breccia  i toni e i contenuti esplicitamente discriminatori e razzisti fino a poco tempo fa propri solo dell’estrema destra ora invece divenuti legge.

L’oggettiva trasversalità di quei contenuti, ovviamente con diverse sfaccettature, ai diversi schieramenti parlamentari sono solo la punta dell’iceberg di una sub-cultura profondamente di destra diffusa e con radici ben piantate nel modo di produzione capitalistico e nei rapporti sociali da esso prodotti.

Un sistema economico attraversato da una crisi strutturale che causa una diffusa insicurezza sociale esasperata dagli effetti stessi della crisi: stabile precarietà, riduzione di garanzie e diritti, povertà in aumento e un sempre più difficile accesso ai rimasugli dello stato sociale, sanità pubblica, scuola

Senza più anticorpi, anche per la scelta di campo ormai compiuta dal PD, questo sfondamento ideologico, culturale, politico e sociale a destra è dilagato riducendo, se non addirittura assorbendo, quel “cuscinetto democratico” composto da settori di proletariato e di borghesia “illuminata” che si ribellava formalmente al razzismo più smaccato.

In questo quadro di arretramento politico e culturale è stato facile trovare un nemico, una volta terminato l’ululare demagogico della lotta alla casta, sul quale scaricare tutte le colpe di questo malessere sociale diffuso e con l’attuale governo Lega-M5S, questi contenuti, ripetiamo sostanzialmente discriminatori xenofobi e razzisti, sono diventati elemento strutturale e ora legge dello stato.

Assistiamo alla costante mistificazione della realtà: la tanto declamata invasione semplicemente non esiste, perché già il “democratico” Minniti aveva ridotto gli sbarchi della disperazione del più del 70% optando per farli morire nei lager libici.

Aiutiamoli a casa loro ..... pagando torturatori e stupratori per tenerli a casa loro! D’altra parte l’Europa paga il fascista Erdogan per lo stesso lavoro e Orban insieme ai leader di Austria e dell’est Europa, citati come esempi da Salvini, hanno fatto scuola con le loro barriere di filo spinato che negano l’ingresso ai migranti di loro competenza.

Ma col parlare di competenze, di numeri e di statistiche ormai ci si dimenticati che si sta parlando di uomini e donne e che non esiste più alcuna empatia nei confronti della loro sofferenza.

Il nuovo ducetto Salvini attacca le Ong e giustifica le sue aberranti scelte dichiarando che è una lotta di civiltà contro chi specula sulla pelle dei migranti. Ma in Italia esiste una pletora di padroni e padroncini, dagli aranceti di Rosarno in Calabria alle fabbrichette del nord-est, che lucrano sulla vita da schiavi di decine di migliaia di proletarie e proletari immigrati. Qualche semplice controllo sarebbe sufficiente, ma elettoralmente non paga e quindi si permette lo sfruttamento e la “vita” in baracche ai margini dei campi di lavoro, una nuova versione degli schiavi afroamericani del secolo scorso.

Ma, ci viene detto, che la colpa è degli immigrati.

Il nuovo crociato Salvini annunzia censimenti/schedature su base etnica, fomentando odio razziale e discriminazione. A quando una stella (magari verde leghista) sulle giacche dei rom o dei sinti? Come quelle gialle imposte alla popolazione ebraica o come quelle rosse dei prigionieri politici detenuti nei lager nazisti.

Poiché da una parte, per poterli criminalizzare e fomentare paure, vogliono coscientemente dilatare esponenzialmente il numero di uomini e donne “clandestini” , dall’ altra vogliono riaprire veri e propri lager di stato ove rinchiudere ogni immigrato/a appunto espulso dai processi di regolarizzazione

A questa guerra a tutto campo non basta opporre la pur necessaria protesta “democratica”, ma è fondamentale una risposta di classe a fianco dei proletari in fuga dal saccheggio di risorse e miseria, da governi corrotti e da governi fantoccio delle potenze occidentali, da interminabili guerre volute dai diversi imperialismi per il predominio e il controllo su aree geopolitiche ed economiche fondamentali, dalla progressiva desertificazione causata dallo “sviluppo” capitalista.

La questione sostanziale è che i processi migratori non si potranno fermare se non rimuovendo le cause reali di questo fenomeno globale, esacerbato da un modo di produzione criminale e questo vuol dire un impegno ancor maggiore di tutte e tutti per una trasformazione radicale della società.

Saremo in piazza sabato 1° dicembre insieme ai lavoratori immigrati e non della logistica, insieme ai compagni e alle compagne del Sicobas per affermare che il razzismo non è solo un odiosa, disumana e aberrante forma di pensiero ma è uno scientifico strumento in mano ai padroni per dividere e contrapporre i lavoratori immigrati a quelli autoctoni per la paura che diventi chiaro che il nemico è uno solo ed è la classe che sfrutta e produce miseria precarietà ed insicurezza ed imbarbarimento dei rapporti sociali.

 

CONTRO OGNI RAZZISMO PER UN FRONTE DI CLASSE

IN SOLIDARIETA’ A CHI FUGGE DA GUERRE E MISERIA

NO AI LAGER DI STATO

  Corteo SABATO 1 DICEMBRE ore 14,30 P.zza Piola