AVANTI PER UN FRONTE UNICO ANTICAPITALISTA AVANTI CON IL PATTO D'AZIONE

Inviato da redazione il Ven, 15/05/2020 - 07:47
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patto azione

La terza assemblea telematica di costruzione del Fronte Unico Anticapitalista è stato un ricco dibattito: nel corso di una lunga, ma vivace, assemblea oltre 200 partecipanti hanno ascoltato decine di interventi presentati da numerose organizzazioni politiche e sindacali, delegati di base, singoli militanti, reti sociali e auto-organizzate. È stata riconfermata l'adesione di tutte queste realtà e individui a una piattaforma unitaria di rivendicazioni politiche costruita nelle scorse assemblee, così come è stato rinnovato l'impegno e la volontà di costruire il Patto d'Azione.

La proposta del Patto d’Azione ha già conseguito i primi risultati: la settimana di attivazione delle realtà sociali che animano la campagna di "Vogliamo Tutto", iniziata il 25 aprile e continuata fino al 1 maggio; le giornate di lotta, sciopero e mobilitazioni del 30 aprile e 1 maggio indicate dal SiCobas e dall’AdlCobas; l'adesione e l'attivazione di gruppi, compagni e militanti nell'assemblea.

La famigerata Fase 2 è completamente diversa da quella che sta attuando il Governo per assecondare i desiderata di Confindustria e dei padroni, riaprendo qualsiasi attività produttiva e commerciale senza preoccuparsi dei rischi per la salute e la vita dei lavoratori e delle lavoratrici. La nostra Fase 2 comincia con il prendere atto della profondità di questa duplice crisi sanitaria ed economica. Significa prendere atto, senza illudersi, che si sta progettando e organizzando un pesante peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dell’intera classe lavoratrice – un peggioramento trasversale: dai luoghi di lavoro, con la crescita della disoccupazione, all’enorme aumento del debito di stato e anche con la restrizione delle maggiori libertà sindacali e politiche. Abbiamo davanti a noi non la prosecuzione, leggermente aggravata, dei processi degli ultimi dieci anni. Piuttosto saremo posti di fronte a un'improvvisa e violenta intensificazione delle contraddizioni e dei contrasti di classe.

La vicenda TNT, lo squallido dibattito sulle regolarizzazioni e l’assenza di risposte di sostegno concrete a disoccupati/e, precari/ie, poveri sono prodromi chiari dell’andamento della Fase 2 secondo i padroni. Dobbiamo fare il possibile per non essere impreparati, per riorganizzare le nostre fila e porre in primo piano ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide.

Nelle assemblee precedenti abbiamo tracciato una duplice linea di demarcazione: contrapponendoci ai sindacati confederali rifiutiamo a qualsiasi forma di “patto sociale” con la classe sfruttatrice in nome degli interessi della nazione, cioè del capitalismo nazionale; allo stesso modo rigettiamo qualsiasi forma di “sovranismo”, di avvelenamento nazionalistico dei lavoratori. Piuttosto è necessario riaffermare una prospettiva di unità internazionale tra i lavoratori contro la globalizzazione imposta dal Capitale.

L'assemblea ha ribadito chiaramente che non dobbiamo "evocare l'unità", ma delimitare un campo per iniziare a costruire un’azione comune su fondamenta solide. È stata confermata e ribadita la necessità di compiere i seguenti passi:

1. Costruire un’Assemblea Nazionale dei delegati e delle delegate o, in modo meno formale, dei lavoratori e delle lavoratrici combattive, delle avanguardie di tutti i settori e appartenenti a varie organizzazioni. L’obiettivo è di affrontare e contrattaccare unitariamente ai comuni bisogni di resistenza e di lotta che accomunano oggi i lavoratori e le lavoratrici della logistica, del settore metalmeccanico, della sanità, dell'alimentare, i proletari disoccupati, superando tutte le particolarità che contraddistinguono ognuno/a di essi/e. L’iniziativa dell'assemblea centrale procede parallelamente e sinergicamente con la nostra iniziativa di fronte unico proletario, di fronte unico anticapitalista, per dare al nostro intervento ulteriore forza.

2. Rilanciare la mobilitazione operaia e sociale e dare vita, entro un mese, a una giornata di lotta in piazza. Una giornata in cui, responsabilmente e con le dovute precauzioni, far confluire contemporaneamente nei territori, nelle città, nei paesi, nei quartieri i contenuti della nostra piattaforma, facendo il massimo sforzo per rivolgerci a quel vasto numero di lavoratori e lavoratrici, di giovani precari/ie e disoccupati/e, che già stanno pagando l’elevato costo della crisi.

3. Coordinarsi a livello nazionale per rispondere unitariamente a tutte le multe, le denunce e le forme di repressione che hanno colpito e colpiranno tutte quelle esperienze, reti sociali, disoccupati e lavoratori che hanno deciso, nell’essere responsabili verso la propria salute, di non essere ciecamente obbedienti verso l'utilizzo politico e repressivo di un inedito stato di emergenza italiano. Riappropriarci dell'agibilità sindacale, sociale e politica nelle piazze applicando il distanziamento fisico, ma non trasformandolo in distanziamento sociale.

4. Sostenere un processo di convergenza e di portare la lotta al piano di sopra di tutte quelle esperienze di mutualismo, solidarietà attiva e mutuo sostegno che si sono sviluppate spontaneamente su tutti i territori, città, quartieri e luoghi di lavoro.

Infine si è ribadito come sia fondamentale ampliare il nostro raggio di azione e ambire ad una dimensione di massa. Per conseguire tale obiettivo verranno individuati forme organizzative e strumenti di comunicazioni ad hoc.
Il fronte unico anticapitalista, la convergenza verso un solo Patto d'Azione e un programma comune sono esigenze storiche. Cospiriamo per raggiungere questo orizzonte comune.