
Roma 5 ottobre. Lo stato di polizia non ferma la solidarietà: Palestina libera!
Volevano impedire la piazza per la Palestina. Volevano allo stesso tempo provare a sperimentare il nuovo DDL1660.
E invece la risposta di massa ai diversi appelli è stata un enorme schiaffone a mano aperta al governo Meloni liberista in camicia nera.
L'eccezionale risposta è stata che oltre 10.000 persone (se la questura parla di 7.000 …) si sono ritrovate in quella piazza trasformandola in un "concentramento autorizzato" per l'impossibilità di frenare l'afflusso e la pressione di migliaia di persone alle strade di accesso a Piazza Ostiense blindata con reti, transenne e minuziosi e provocatori controlli di polizia.
Una piazza circondata ossessivamente da blindati e idranti e chiusa da ogni lato come un carcere da cui siamo usciti pressati tra due cordoni di polizia come ulteriore forma di provocazione. Segnaliamo a questo proposito il particolare, risibile se non fosse tragico, della foto scattata dalla Digos al momento dell'identificazione di quattro nostri compagni/e, allo striscione "MILANO STA CON LA PALESTINA STOP GENOCIDE " in cerca di....slogan antisemiti.
Tutta questa marea di persone ha urlato la propria solidarietà ai popoli colpiti dai sionisti e denunciato, nello stesso tempo, la deriva da Stato di Polizia di questo governo che, in continuità con gli altri precedenti, sta portando avanti limitando il diritto di manifestare e il diritto di protestare. Con molte altre strutture politiche nazionali avevamo infatti già preventivamente denunciato che questo divieto sarebbe stato una prova generale di repressione nel solco delle misure restrittive contenute nel nuovo decreto liberticida 1660 tra poco in discussione al senato ma già approvato alla camera.

La presenza dei 10.000 in piazza, nonostante il clima di guerra repressiva annunciata dal governo e rilanciata dal terrorismo della gran cassa dei media filosionisti, evidenzia un primo dato che dovrebbe risaltare agli occhi di chiunque sia dotato di onestà intellettuale, e cioè che il divieto liberticida a manifestare del governo Meloni Piantedosi ha certamente depotenziato il corteo che sarebbe altrimenti stato entusiasticamente partecipato da decine e decine di migliaia di solidali decisi ad esserci, sulla base di plurali e anche diverse sensibilità e motivazioni unificate però dalla rabbia contro un genocidio e l'intollerabile impunità che non solo nessuno vuole fermare ma che anzi vede il blocco imperialista occidentale (tra cui il governo italiano) complice attivo con l'invio continuo di armi.
Hanno comunque cercato di fermare e limitare la protesta fin dal mattino con posti di blocco bloccando pullman e auto, 1600 identificazioni, comminando fogli di via e portando in questura diversi manifestanti. In almeno un paio di casi i pullman sono stati bloccati e i/le solidali trasportate/i sono stati aggrediti/e ai caselli dalle "forze dell'ordine".
Folle inusuale e fascista anche la durata dei fogli di via, in molti casi fino a quattro anni, consegnati direttamente dalla polizia e chiaramente arbitrari e fortemente discriminatori. Strumenti repressivi utilizzati per rafforzare il messaggio repressivo del nuovo corso liberal fascista di questo governo che, in questo modo, ha comunicato che ricorrerà sempre più solertemente alla repressione secondo i dettami del nuovo provvedimento legislativo sulla sicurezza.
Ma è bene anche ricordare perché quella piazza era così partecipata. È un anno che il popolo palestinese sta resistendo ad un genocidio pianificato da tempo. È un anno che la Palestina lotta. Con la sua Resistenza, con il suo sopravvivere agli attacchi, ai cecchini, ai bombardamenti, alla fame, alla sete, alle malattie spostandosi giorno dopo giorno tra le macerie di una Gaza rasa al suolo. La scelta è tra arrendersi e soccombere alla pulizia etnica o invece resistere in ogni modo e con ogni mezzo necessario contro il suprematismo genocida che il sionismo rappresenta.

Uno stato aggressore che ha solo intensificato i suoi attacchi in questo ultimo anno ma che porta avanti la sua politica di sterminio da 76 anni. Senza rispetto di niente e di nessuno. Agli "amanti della legalità" ricordiamo le centinaia di risoluzioni dell'Onu non rispettate e le richieste di arresto per Netanyahu e la sua banda terrorista. La stessa Onu che, quando condanna la loro politica imperialista e assassina, viene definita dal terrorista Netanyahu un "ampia palude antisemita". Protetti sempre e comunque dagli Usa nel loro ruolo di governo terrorista e guerrafondaio più grande al mondo.
E intanto salgono a 150 mila i/le palestinesi morti feriti o dispersi in quella Gaza già lager a cielo aperto, e sono ormai innumerevoli i raid terroristici di coloni ed esercito in Cisgiordania provocando ad ora più di 1000 morti tra la popolazione civile in territori ufficialmente riconosciuti come occupati dall'entità sionista Israele. Nel frattempo, il numero di donne, uomini e bambini libanesi passano le 2100 unità morti sotto le macerie o polverizzati dalle 73 tonnellate di esplosivo sganciate in una sola notte dagli assassini sulla popolazione inerme provocando anche un milione e oltre gli sfollati. Ed ora "tocca" all'Iran e fanno passare questa prossima escalation di guerra come una carneficina inevitabile dopo la risposta iraniana ai numerosi assassinii che ha provocato, per tragica ironia, un solo morto pure palestinese.
Ma questa è l'entità sionista israele. Questo è il sionismo, arma e strumento ideologico del colonialismo, per giustificare l'occupazione e il furto di terra, risorse energetiche e acqua, lasciando alla fame intere popolazioni e territori.

A tutto questo si è opposta e imposta una piazza così meravigliosamente partecipata nonostante il divieto. Nonostante la rappresentazione fotografica di una piazza trasformata in un carcere chiuso in ogni lato da una barricata di mezzi blindati e "forze dell'ordine" in assetto anti sommossa.
Ci siamo presi in 10.000 la piazza anche per l'evidente ipocrisia e mistificazione di un divieto che ora, a posteriori, per giustificare la violenza delle cariche e gli arresti, viene motivato con ...una possibile aggressione al ghetto ebraico!!!
Un antisemitismo che rigettiamo con forza al mittente che ha invece manifeste radici ideologiche e subculturali nella fogna fascista, nazista e antisemita.
Il governo Meloni con il brigadiere Piantedosi hanno esplicitamente cercato, provocato e creato le condizioni per una risposta ma questa semplificazione non basta e crediamo sia necessaria un'ulteriore riflessione.
La campagna di criminalizzazione dei media filosionisti, come ad esempio l'articolo di Repubblica della scorsa settimana, mira esplicitamente a rompere l'unità della solidarietà che prende esempio dall'unità della legittima Resistenza armata, civile, culturale e popolare in Palestina come di tutti i legittimi movimenti di resistenza ad un'occupazione militare in tutto il mondo.
La parola d'ordine dei filo sionisti è rompere l'unità, criminalizzare, depotenziare la solidarietà al popolo palestinese per il genocidio in corso, ora invece larga e molteplice come Roma ha dimostrato, dividendola in sostegno ai "terroristi" e supporto umanitario alla popolazione civile massacrata dall'esercito genocida, in "buoni e cattivi", mirando a separare l'empatica solidarietà umana dalla solidarietà politica alla Resistenza nelle sue diverse componenti, tra la sofferenza per l'orrore causato dalla barbarie sionista e la prefigurazione di un cammino per una Palestina libera dal sionismo definito da un processo di libera Autodeterminazione.
Tra la costruzione di un percorso di solidarietà di massa al popolo palestinese, fondamentale tatticamente e strategicamente, e quello che si definirebbe come una nicchia di puerile avanguardismo. Ed è questa una contraddizione da sciogliere sulla quale vorremmo che fossimo tutte e tutti d'accordo senza semplificazioni di sorta.
Se il loro obiettivo è spaccare, l'obiettivo di tutte e tutti dovrebbe essere, al contrario, quello di tenere unite tutte le componenti che hanno sfilato insieme ad esempio a Milano ogni sabato dal 7 ottobre in poi. Non esaltare le diverse sensibilità e opzioni ma al contrario valorizzare la pluralità delle voci senza mai una sola volta rinunciare ai nostri contenuti.
E chiudiamo questa veloce riflessione su sabato scorso ribadendo che è sotto l'attacco della repressione che si valuta la solidità delle alleanze e giudichiamo quindi indegno e riprovevole l'atteggiamento della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio che si è sottratta all'ultimo minuto dalla piazza del 5 ottobre.
Crediamo ora che l'obiettivo da perseguire con convinzione e determinazione sia il percorso di unità della solidarietà contro ogni divisione imposta e dovremmo tutte e tutti ragionare sulla giornata del 5 ottobre e valorizzare a pieno titolo la partecipazione plurale e di massa per tornare in piazza sabato prossimo con ancora più forza e determinazione.
E' coscienza condivisa che la partecipazione di massa, nonostante il divieto e il terrorismo mediatico, sia stata UN ENORME SCHIAFFO IN FACCIA AL GOVERNO LIBERISTA IN CAMICIA NERA che ha provato a soddisfare gli amici sionisti e parallelamente a sperimentare una repressione di massa per saperla poi utilizzare in futuro per le proteste sociali e anticapitaliste. Facciamo sedimentare in termini di massa questo successo contro una linea repressiva a difesa delle politiche liberiste antipopolari, dei mercati, del profitto e dello sfruttamento di classe e dell'intero pianeta fino al disastro ecologico senza ritorno. Lo scenario di guerra e la crisi economica stanno facendo saltare ogni "mediazione democratica" ed è sempre più necessario per i padroni, che possono contare su un governo securitario di serve/i in camicia nera, affrontare la lotta di classe e le diverse lotte sociali settoriali esclusivamente in chiave di ordine pubblico.
Sta a noi rispondere rilanciando sul terreno della ricomposizione e dell'unità di classe e sociale.
- CONTRO LA SOCIETA' CAPITALISTA BASATA SU SFRUTTAMENTO E REPRESSIONE NO AL DDL 1660!
- PER UNA SOCIETA' DI LIBERE/I E UGUALI CHE METTA AL CENTRO L'ESSERE UMANO E I SUOI BISOGNI REALI
- PER DIRE NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA.
- PER FERMARE IL GENOCIDIO IJN PALESTINA.
CI TROVERETE IN OGNI PIAZZA NONOSTANTE DIVIETI E REPRESSIONE.
SOLIDARIETA’ AD OGNI COMPAGNO E COMPAGNA COLPIT@ DALLA REPRESSIONE!

Partecipiamo tutte e tutti
SABATO 12 OTTOBRE CORTEO a Milano
indetto da tutte le associazioni palestinesi
(verranno indicati in seguito l'ora e il luogo del concentramento)
53° sabato in piazza contro l'imperialismo e il sionismo
per una PALESTINA LIBERA!