24 agosto - 46°sabato in piazza a Milano. Per una pace vera in Palestina fermiamo il genocidio

Inviato da redazione il Mer, 21/08/2024 - 12:02
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SABATO 24 AGOSTO ore 17 in San Babila

46° sabato in piazza per la Palestina.

Partecipiamo tutte e tutti al presidio indetto da tutte le

Associazioni e Organizzazioni Palestinesi.

 

FERMIAMO IL GENOCIDIO!

Per una pace vera e giusta che non sia sottomissione!

Per il ritiro immediato da Gaza delle truppe d'occupazione coloniale e la cacciata immediata dei coloni assassini da tutta la Cisgiordania.

Per il diritto all'esistenza, alla resistenza, al ritorno dei profughi, alla libera Autodeterminazione del popolo Palestinese.

 

“Gli assassini ti odiano Palestina.

Ti odiano con tutta la frustrazione e la forza dell' impotenza di chi sa che non potrà MAI vincere.

Ti odiano perché ti vedono nella fiammata di orgoglio negli occhi del ragazzo o della ragazza che alzano la fionda contro il carro armato.

Ti odiano con tutte le loro forze perché sei l'ultima luce dei loro occhi quando la morte li svuota.

Ti odiano perché ti vedono nella calma consapevolezza del cuore del combattente che respinge l'esercito occupante.

Ti odiano perché ti vedono nel coraggio sovrumano dei soccorritori che tirano fuori da tende in fiamme i corpi straziati che ancora bruciano di donne, uomini, bambine e bambini. Che curano le ferite dei loro proiettili, del loro fosforo bianco, delle loro bombe. Che curano con l'amore i morsi della fame e della sete.

Ti odiano perché si sentono respinti dalla rabbia potente che esce dalla tua terra zuppa di sangue innocente.

Ti odiano perché sentono la resistenza della tua aria alle lingue straniere che vogliono tacitare la tua, nata per cantare la bellezza dei fiori di gelso e la forza dell'albero di ulivo.

Lo stesso Ulivo che da te prende la forza per spezzare le radici degli inutili alberi che contadini polacchi, russi o tedeschi hanno stupidamente piantato sulla tua terra.

Ti odiano perché sentono la tua forza e tremano perché la terrificante paura dei vigliacchi non è ancora nulla in confronto al tuo enorme coraggio.

Il coraggio di chi non ha nulla da perdere perché è lì da millenni e sarà ancora lì tra millenni.

Dal fiume al mare.

Si chiamava Palestina, si chiama Palestina, si chiamerà Palestina!”

Ci ritroviamo nella rabbia e nel dolore di questo contributo che abbiamo ricevuto e che volentieri giriamo, perché queste parole esprimono chiaramente la capacità di resistenza del popolo e della terra di Palestina e la vergogna infamante delle potenze occidentali e del piccolo stato canaglia, l'entità sionista Israele. 

Il popolo Palestinese vuole la pace! 

Ma la pace sionista basata sul genocidio e la pulizia etnica non è Pace!

La banda dei complici occidentali e il terrorista Netanyahu, bugiardi senza dignità, ora attribuiscono alla Resistenza del popolo Palestinese la responsabilità di porre ostacoli alla "pace"...

Ma di che pace parlano gli assassini?

La legittima Resistenza del popolo Palestinese, per scelta di  responsabilità nei confronti dell'enorme sofferenza del suo popolo, si è già  dichiarata ufficialmente e realisticamente pronta a firmare l' accordo proposto dagli Usa il 2 luglio, che prevede il ritiro delle truppe da Gaza, che lavori per l'immediato invio di mezzi di sussistenza, viveri, acqua, supporto sanitario e che organizzi un graduale scambio tra i prigionieri israeliani e quelli palestinesi come inizio concreto di una trattativa di pace duratura e di un possibile futuro per il popolo palestinese. Una richiesta importante, guardando al futuro della Palestina, è infatti anche la liberazione di Marwan Barghouti (detenuto politico palestinese) come possibile riferimento e direzione politica unitaria per tutta le organizzazioni della resistenza e del popolo Palestinese in un processo di libera Autodeterminazione.

La disponibilità palestinese ad accettare questa proposta di accordo, nasce dal grande senso responsabilità di provare ad alleviare la disumana sofferenza del proprio popolo che sta subendo un genocidio per bombe, armi, fame e sete e ora anche malattie vista la segnalazione di primi casi di poliomielite, a cui il governo del terrorista Netanyahu risponde alzando continuamente la posta e, sostanzialmente, chiedendo la resa del popolo Palestinese e l'accettazione di una nuova Nakba e della definitiva colonizzazione sionista dell'intera Palestina. 

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Il tentativo degli assassini sionisti e guadagnare tempo e, nel frattempo, continuare il genocidio a Gaza e le stragi in Cisgiordania per mettere il mondo davanti al fatto compiuto: una Palestina senza più Palestinesi!

Gli assassini a stelle e strisce con problemi di consenso elettorale, della comunità europea, del nemico in casa nostra, il governo Meloni. mentre parlano di pace continuano ad imbottire di armi il piccolo stato genocida e questo li rende complici. 

Nulla di quanto accaduto, nessun genocidio sarebbe stato possibile senza l'aiuto dei complici incluso il governo Meloni/Salvini/Taiani.

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Questa immagine fa il raffronto tra le diverse quantità di esplosivo lanciato sulla piccola striscia di Gaza e altre stragi di massa nella storia.

 

Confidiamo e ci affidiamo alla capacità di tutte le organizzazioni della resistenza palestinese di riuscire a porre un freno all'arroganza genocida delle centrali del terrorismo internazionale, ma sta a tutte e tutti noi il compito di lavorare per l'ampliamento del fronte della solidarietà. Singole e singoli, compagne e compagni, strutture e organizzazioni politiche e sindacali.

Fin dall'inizio della pianificazione del genocidio palestinese, tutta la solidarietà milanese ha sempre lavorato in maniera trasparente per l'unità della solidarietà; sia che nascesse dall' empatia e dalla solidarietà umana davanti alla barbarie e la violenza genocida e che questa empatia avesse radici laiche o confessionali, sia che fosse fondata su un'istintiva reazione alla violenza del colonialismo o su una coscienza politica di classe internazionalista e antimperialista. 

Tutte e tutti, quelle e quelli che hanno animato le piazze del sabato hanno sempre lavorato perché la solidarietà condivisa e, la Palestina al primo posto, fosse un potente ponte per l'unità. Unità della Resistenza, unità della solidarietà.

La piazza di Milano ha sempre lavorato coerentemente per l'unità e proprio questo ci ha però permesso di denunciare le miserabili lacrime di coccodrillo di chi "a sinistra" piangeva per le decine di migliaia di donne e uomini, bambine e bambini trasformate in ossa calcinate dal fuoco sionista, senza mai un impegno vero per un indispensabile e umano CESSATE IL FUOCO SUBITO. 

Ci ha dato, senza alcun settarismo di sorta, la possibilità di denunciare la miserabile ipocrisia di chi ancora dopo quasi 11 mesi di sterminio parla ancora del 7 ottobre nascondendo e nascondendosi il centinaio di anni di sofferenza del popolo Palestinese arrivando a scambiare e giustificare un genocidio con un presunto..."diritto all'autodifesa". 

La stessa ipocrisia da miserabili che definisce resistenza quella dell'esercito ucraino, armato fino ai denti con centinaia di miliardi dal blocco imperialista occidentale per scontrarsi militarmente con l'imperialismo militare russo, e definisce terrorismo la legittima autodifesa armata e civile del popolo Palestinese.

E questa chiave interpretativa infame e consapevolmente distorta diventa la narrazione ufficiale a cui i media si vendono, per complicità o ignavia, per blandire il governo dei piccoli balilla, politicamente tronfi, identitari, nazionalisti in camicia e genuflessi invece davanti agli interessi del capitalismo italiano e dell'imperialismo occidentale.

La solidarietà per la Palestina è quindi un dato con implicazioni politiche più complessive.

La Palestina è innanzitutto un messaggio di ribellione contro il "nostro" imperialismo e i diversi attori dell'imperialismo mondiale.

Il blocco imperialista occidentale Usa-Nato-Ue-Italia incendia conflitti, in aree geopoliticamente "sensibili", perché pensa di affermare l'univocità del suo comando sull'economia mondiale in una fase storica in cui la crisi mondiale sta facendo emergere nuovi poli economici sempre più integrati che confliggono con l'interpretazione di un vecchio mondo unipolare a cui vogliono contendere il comando e l'egemonia su mercati e popoli. 

I palestinesi, come la storia ci insegna, gli sfruttati e le sfruttate, donne e uomini in ogni angolo del mondo, non hanno nulla da guadagnare da questo scontro tra poli imperialisti vecchi o nascenti. I lavoratori le lavoratrici, gli studenti e le studentesse, chi sta dalla parte giusta della barricata, dello scontro tra interessi di classe diversi e inconciliabili, non ha nulla da guadagnare chiunque si possa proclamare vincitore o presunto tale, magari sulle rovine dell'umanità e del pianeta per come l'abbiamo conosciuto fino ad ora.

Per questo continuiamo a lanciare un appello alla partecipazione di massa. Per questo crediamo che la Resistenza armata e civile del popolo Palestinese sia la nostra resistenza. Per non lasciare solo il popolo Palestinese e non lasciare impuniti gli assassini, per ribattere alla informazione di regime complice e schierata con la disumanità di un genocidio.

Per il diritto all'esistenza, alla resistenza, al ritorno dei profughi, alla libera autodeterminazione del popolo Palestinese

PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO!

FASCISTI SIONISTI PER VOI NON C'E' DOMANI

SONO A GAZA I NOSTRI PARTIGIANI!

 

Csa Vittoria

www.csavittoria.org - info@csavittoria.org

 

Riportiamo l'ultimo comunicato del FPLP Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina in merito agli "accordi di pace".

– Il Fronte afferma che l’impegno della resistenza a rispondere a tutte le iniziative di mediazione è stato guidato dal desiderio di alleviare la sofferenza e fermare i crimini e i massacri dell’occupazione contro il nostro popolo. Tuttavia, usare queste negoziazioni come strumento per nascondere e sostenere la guerra genocida le trasforma in uno strumento di guerra e aggressione contro il nostro popolo.

– Il Fronte sottolinea che ciò che è richiesto ora ai mediatori è la completa cessazione dei crimini dell’occupazione e della sua guerra contro il nostro popolo prima che inizino le negoziazioni. Queste negoziazioni sono usate dall’occupante come copertura per i massacri, ed è inconcepibile tenere qualsiasi negoziazione mentre i crimini dell’occupazione contro il nostro popolo nei rifugi, nelle scuole, nei campi profughi e negli ospedali continuano.

– Queste negoziazioni sono prive di significato finché il governo di aggressione e criminali di guerra non ha dato un’approvazione chiara e pubblica alla proposta che è stata originariamente presentata da loro e adottata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

– Il Fronte sottolinea che aprire la porta a nuove negoziazioni, o anche discutere nuovi o vecchi termini da parte dei criminali di guerra nel governo di occupazione, è categoricamente respinto. Non metteremo il collo del nostro popolo alla mercé di manovre e farse interpretate da Benjamin Netanyahu e dal suo governo con la copertura americana e internazionale. Ciò di cui c’è bisogno è un piano esecutivo per fermare l’aggressione e una decisione internazionale che garantisca questo piano.

– Il Fronte riafferma l’unità del nostro popolo e la sua resistenza nell’affrontare l’aggressione dell’occupante e dei suoi alleati, così come le loro manovre sotto le mentite spoglie dei negoziati, e ha piena fiducia nella capacità della resistenza di difendere i diritti del nostro popolo e sostenere le sue legittime richieste.

Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina