Riportiamo alla fine del nostro appello alla partecipazione la piattaforma dell'accordo tra tutte le componenti della Resistenza Palestinese che invitiamo a leggere con attenzione.
SABATO 27 luglio a Milano
41° sabato in piazza per la Palestina
corteo organizzato dalle Comunità e Associazioni Palestinesi
con concentramento ore 17,00 in Piazza XXV Aprile
finale nel piazzale del Cimitero Monumentale
M2 (fermata Garibaldi) - M5 (fermata Monumentale)
ANCORA BOMBE E ANCORA STRAGI A GAZA.
Donne, uomini e bambini che bruciano vivi nelle tende incendiate dalle bombe israeliane come a Deir el Balah vicino all'ospedale Al-Aqsa.
Siamo quotidianamente immersi nel dolore dei Palestinesi di Gaza e della Cisgiordania da cui arrivano filmati, immagini e storie di una crudeltà inenarrabile.
Come quella di Muhammed Bhar, ragazzo Down di 24 anni, attaccato a morsi e sbranato da un cane addestrato dalle forze israeliane per essere poi lasciato a morire agonizzante su un letto insanguinato, chiuso a chiave dai soldati nella sua camera dove la sua famiglia finalmente lo ritroverà, dopo una settimana, in stato di decomposizione.
Storie che ci fanno anche interrogare sulla capacità di resistenza umana dei sopravvissuti per non cadere nell'alienazione e nella dissociazione assoluta come fuga dal dolore ma che è anche sono ormai l’indiscutibile e tragico segnale del coraggio di un popolo diventato una bandiera di Resistenza alla barbarie del sionismo e dell'imperialismo.
Dobbiamo essere chiari nella comunicazione: il popolo Palestinese non è "solamente" vittima di un prolungato crimine contro l'umanità ma di un progetto sionista genocida che è anche una ferita indelebile impressa nella memoria dei popoli oppressi per la sua efferatezza e atrocità. Una ferita profondissima nelle coscienze che è un atto di accusa di portata storica contro l'imperialismo, il sionismo e tutti i miserabili complici anche di casa nostra.
Nel frattempo, il governo nazista e sionista israeliano viene accettato con tutti gli onori nelle capitali europee.
Nel frattempo, il governo nazista e sionista israeliano viene accettato con tutti gli onori nelle capitali europee. Herzog, il presidente del piccolo stato canaglia, l'entità sionista d’ israele, è volato a Roma per rinsaldare l'amicizia e riscuotere l'appoggio del governo complice Meloni-Salvini-Tajani che ovviamente gli stringeranno le mani insanguinate invitandolo a perseguire la pace ..... con ogni bomba necessaria. Per poi recarsi a Parigi per assistere sul palco d'onore all'inizio delle Olimpiadi che ci auguriamo possano invece diventare un momento di contestazione al governo genocida. Il lurido assassino terrorista Netanyahu si è invece recato in questi giorni in U.s.a. a ricevere la standing ovation del parlamento statunitense (applausi ad un porco assassino!!!), per incontrare il dimissionario Biden e pianificare la legittimazione internazionale del genocidio Palestinese e porre le sue condizioni, mentre continua a bombardare, ad un possibile accordo di pace.
MA UNA PACE SENZA GIUSTIZIA NON SARA' MAI PACE!
La corte penale internazionale, senza alcun potere coercitivo e sotto la pressione Usa perché non venga esplicitamente intimato il ritiro delle truppe d'occupazione coloniale, sancisce e ribadisce, come già in passato, che ogni insediamento israelo-sionista in Cisgiordania inclusa la capitale Gerusalemme, è da considerarsi illegale in quanto frutto di un espansionismo politico/militare/religioso basato su politiche suprematiste di apartheid confronti del popolo Palestinese e di discriminazione su base etnica o religiosa.
Illegale è quindi l'invasione colonialista e l'espropriazione violenta israelo-sionista delle case, dei fiumi, dei campi, della terra palestinese e illegali sono le colonie e tutte le attività commerciali insediate in Cisgiordania. Ma se è illegale l'occupazione vuol dire che si deve considerare legittimo ogni atto di Resistenza compiuto per colpire l'occupante e perseguire la liberazione della Palestina!
Ma il blocco imperialista usa-nato-occcidente non se ne cura perché le cosiddette "istituzioni sovranazionali", come anche quelle nazionali come governi e parlamenti, sono il prodotto dei rapporti di forza sul piano internazionale tra i diversi blocchi che rappresentano interessi geopolitici in conflitto tra loro e, sul piano locale, tra i diversi e incompatibili interessi di classe.
E le potenze economiche imperialiste hanno ancora il coltello dalla parte del manico e infatti gli U.s.a. sono universalmente conosciuti come… "esportatori di democrazia" fino a quando i proletari e le proletarie di tutto il mondo glielo permetteranno. Ma tutti i popoli del mondo conoscono bene la democrazia U.S.A., a partire dal sanguinoso colpo di stato di Pinochet in Cile e a tutti i colpi di stato in tutto il Sudamerica, alle guerre e le "missioni umanitarie" in Vietnam, Iraq, Afghanistan, Jugoslavia, in Somalia, in Libia e a tutti i focolai di guerra nel mondo dove Usa, Nato, U.E. e Cina e Russia con i loro alleati, si contendono metri quadri di terra e di potere sulla pelle dei popoli che in questi territori ci vivono.
- CONTESTO E TENDENZA ALLA GUERRA
Il quadro complessivo in cui agiscono questi conflitti è la crisi globale del sistema economico/sociale capitalista e del suo modo di produzione.
La sua ideologia liberista, anche della versione keynesiana di guerra, teorizza e pratica la massimizzazione dei consumi, dello sfruttamento di donne e uomini, dell'accaparramento fino alla sua distruzione delle risorse del pianeta e del profitto fino alla saturazione dei mercati. Questo sistema economico e le sue implicazioni politico/sociali, il meccanismo concorrenza=guerra insito prima nel suo sviluppo e ora nella sua fase di sopravvivenza e decadimento sta portando l'intero pianeta verso uno scenario di guerra globale.
Le diverse economie nazionali stanno aumentando esponenzialmente i loro investimenti in armamenti e spese militari chiedendo inoltre, come sta facendo il governo italiano della destra liberista/fascista, che queste spese vengano scorporate dal rapporto tra PIL e debito pubblico… per le armi si può fare ma per la sanità pubblica allo sfascio e la scuola niente da fare.
Questi mega investimenti miliardari fanno salire le quotazioni in borsa delle maggiori industrie che producono tecnologia di guerra ed è questa, esemplificando, che influisce sempre di più sulla produzione del P.I.L. tracciando oggettivamente e in linea di tendenza, la trasformazione progressiva in economia di guerra senza temere di cadere in alcuna estremizzazione catastrofista.
- Uno sguardo veloce sulle elezioni U.s.a.
D’altra parte, le stesse elezioni americane di novembre sono la rappresentazione dello scontro tutto interno al capitalismo Usa tra due tendenze diverse che hanno come unico fine condiviso la sopravvivenza del "comando" Usa (e dei suoi "amici" inclusa Israele) nel mondo.
Da una parte la rappresentazione politica di una tradizionale economia liberista (in tempi di crisi) proiettata in senso imperialista verso lo scontro per l'egemonia su un mondo di scambi e produzioni globalizzate anche se con alcuni correttivi in corso d'opera come il reshoring (brutto termine che vuol dire riportare a casa la produzione di merci e servizi). Una sfrenata globalizzazione capitalista che ha provocato l'arricchimento esponenziale delle classi al potere a scapito delle classi subalterne e la proletarizzazione dei ceti medi in crisi di identità.
In estrema sintesi l'approccio di una fazione del capitalismo Usa che progetta e sogna ancora il proprio sviluppo economico in un mondo unipolare mentre la crisi economica mondiale e la diminuzione della "torta" globale sta producendo l'emersione di altri e potenti blocchi di potere economico/politico e militare.
Mentre, dall'altra, combatte per affermarsi la tendenza più protezionista, interpretata dal trumpismo, basata su rigidi dazi per una globalizzazione a senso unico e aiuti di stato all'economia interna, basata su politiche securitarie, sessiste, razziste e xenofobe e sul suprematismo bianco, con il superamento, anche formale, della democrazia parlamentare borghese come ben illustrato dall'assalto a Capitol Hill sede del parlamento Usa il 6 gennaio del 2021.
Un approccio politico/economico con il respiro corto perché indica un ciclo economico di breve durata prima di collassare sotto i colpi di una certa guerra dei dazi che fermerebbe l'esportazione verso i grandi mercati globali.
...e questa sarebbe la più grande democrazia del mondo !!
Entrambe queste tendenze stanno rafforzando il complesso industriale/militare portando il mondo intero verso il piano inclinato della guerra globale, ad oggi ancora a macchia di leopardo, perché puntano esclusivamente alla sopravvivenza di privilegi e di un sistema economico e non al benessere e ai bisogni di donne e uomini in tutto il pianeta.
L'emergere di altri blocchi imperialisti con altre connotazioni di tipo ideologico, Cina, Russia, India sta progressivamente togliendo di mano lo scettro del potere assoluto agli Usa e questa progressiva perdita di controllo economico/politico sul pianeta sta aumentando esponenzialmente, in una fase di crisi economica, i fattori della cosiddetta destabilizzazione in molte aree del pianeta fino al pericolo di ritorsioni con l'utilizzo del nucleare che viene evocato sempre più spesso.
Ma torniamo alla PALESTINA LIBERA!
Mentre siamo testimoni diretti del Genocidio del popolo Palestinese dobbiamo, per spiegarcene le ragioni, mettere da parte il dolore e provare a comprendere che La Palestina non ha una storia che si possa incasellare nella "normale" e conflittuale storia dei movimenti di liberazione nazionale da una colonizzazione imperialista.
La Palestina, l'intero popolo palestinese, vive un'ulteriore contraddizione perché è invece ostaggio del SIONISMO, che è una forma criminale e di imbarbarimento dei "tradizionali" metodi violenti di un'occupazione coloniale.
Perché la storia ci insegna che il progetto sionista e la progressiva colonizzazione della Palestina (fine '800 e primi decenni del '900) incominciano ben prima dell'olocausto nazista e questa immane tragedia storica viene invece utilizzata strumentalmente per giustificare il genocidio Palestinese.
Perché il sionismo non si può rappresentare solo come la violenza dei colonizzatori contro la legittima difesa dei colonizzati, l'oppressione della classe al potere e la ribellione delle classi subalterne. Il sionismo è questo ma non solo, perché il sionismo si fonda sul suprematismo e ha radici nel fondamentalismo ebraico per il quale la Palestina non esiste ed infatti la banda terrorista sionista al governo (e non solo) in Israele, costruisce una sua narrazione storica che fa esplicito riferimento alla Giudea dei patriarchi 1000 anni prima di Cristo ....
E questa barbarie inumana del sionismo contrappone invece strumentalmente l'Olocausto al Genocidio!!! Come se il secondo potesse essere giustificato dal primo.
I grandi (ASSASSINI) del mondo si stanno parlando per un prossimo piano di pacificazione. Ma non è giusto che il futuro del popolo palestinese sia nelle mani sporche di sangue degli U.s.a., di Israele o dell'Europa. Il futuro del popolo palestinese deve tornare in mano al popolo Palestinese in un libero processo di Autodeterminazione con il ritorno dei profughi!
Noi stiamo con i popoli oppressi, Noi stiamo con il popolo palestinese, sentiamo come nostra la sua sofferenza e il suo dolore.
Sentiamo il grido di vendetta e di rabbia indomabile che arriva da quella terra martoriata.
Noi siamo con la sua Resistenza ancora oggi imbattuta!
Sostenere il popolo palestinese e la sua Resistenza vuol dire oggi sostenere una possibile opzione di pace per il futuro dell'umanità intera.
Schierarsi a fianco del Popolo palestinese e della sua Resistenza per un ritorno dei milioni di profughi della pulizia etnica perpetrata dai regimi sionisti-israeliani vuol dire riparare all'enorme ingiustizia storica che il popolo Palestinese sta pagando con la fame, la sete, il sangue e con il GENOCIDIO!!
BASTA BOMBE!
PER UN CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E DURATURO!
PER IL RITIRO DELLE TRUPPE D'OCCUPAZIONE DA GAZA E DALLA CISGIORDANIA!
PER IL RITORNO DEI PROFUGHI!
PER UN GOVERNO PALESTINESE CHE SI OCCUPI DELLA GESTIONE DEGLI AIUTI UMANITARI E MEDICI!
U.s.a., Israele, Europa, governi arabi complici e corrotti ASSASSINI!! Giù le mani dalla Palestina.
CON LA PALESTINA FINO ALLA VITTORIA!
Csa Vittoria
www.csavittoria.org - info@csavittoria.org
Giriamo per conoscenza la piattaforma politica dell'accordo siglato da tutte le sigle in rappresentanza del popolo palestinese.
"La Dichiarazione di Pechino per porre fine alla divisione nazionale palestinese: unificare gli sforzi nazionali per affrontare l'aggressione e fermare la guerra del genocidio."
Quanto segue è stato concordato oggi da 14 fazioni palestinesi al termine dell’incontro di riconciliazione a Pechino, in Cina, tra cui Hamas, PIJ, PFLP, DFLP e Fatah:
* Le fazioni palestinesi accolgono con favore il parere della Corte Internazionale di Giustizia, che ha confermato l'illegalità della presenza, dell'occupazione e dell'insediamento.
* Continuare a seguire l'attuazione degli accordi per porre fine alla divisione avvenuta con l'aiuto di Egitto, Algeria, Cina e Russia.
* Impegno per la creazione di uno Stato palestinese indipendente con capitale Al-Quds in conformità con le risoluzioni internazionali, in particolare 181 e 2334, e garantendo il diritto al ritorno.
* Affermiamo il diritto del popolo palestinese a resistere all'occupazione e a porvi fine in conformità con le leggi internazionali, la Carta delle Nazioni Unite e il diritto dei popoli all'autodeterminazione.
* Formare un governo temporaneo di unità nazionale con il consenso delle fazioni palestinesi e con una decisione del presidente basata sulla Legge fondamentale palestinese.
* Il governo formato esercita i suoi poteri e autorità su tutti i territori palestinesi, confermando l'unità della Cisgiordania, di Al-Quds e della Striscia di Gaza.
* Resistere e contrastare i tentativi di sfollare il nostro popolo dalla propria patria, in particolare dalla Striscia di Gaza, dalla Cisgiordania e da Al-Quds.
* Lavorare per revocare il barbaro assedio sul nostro popolo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania e fornire aiuti umanitari e medici senza restrizioni o condizioni.