Bologna, 8 luglio: incontro nazionale per la costruzione di un fronte di lotta anticapitalista

Inviato da redazione il Mar, 17/07/2018 - 20:05
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manifestazione

 

Domenica 8 luglio si è tenuto a Bologna l'incontro nazionale che su iniziativa del SI Cobas ha messo all'odg la costruzione di una prospettiva unitaria di lotta anticapitalista contro l'offensiva reazionaria in atto, su cui cominciare un lavoro concreto di propaganda, agitazione e azione comune. La sua convocazione si pone in continuità ideale con l'organizzazione a Roma, il 24 febbraio scorso, della manifestazione, insieme sindacale e politica, contro il super-sfruttamento del lavoro, il razzismo e la repressione, definita nel testo di convocazione dell'assemblea un "sasso nello stagno della frammentazione, della disillusione e del senso di impotenza che da tempo alberga in larga parte del sindacalismo di base e dei movimenti".
All'assemblea hanno partecipato delegazioni di numerose strutture e collettivi: oltre al SI Cobas nazionale, il Coordinamento operai autorganizzati FCA, il Movimento Disoccupati 7 Novembre di Napoli, il Centro sociale Vittoria, il Laboratorio Crash, Cuneo rosso, Pagine marxiste, Fronte Popolare Autorganizzato (Messina), Collettivo comunista internazionalista (Napoli), Transnational Social Strike Platform, Mensa occupata (Napoli), Frazione Internazionalista Rivoluzionaria, Laboratorio Politico Iskra. I compagni del Movimento per il diritto all'abitare di Roma, pur non potendo prendere parte all'assemblea a causa dello sgombero di oltre 100 rifugiati dall'occupazione di via Scorticabove, hanno comunicato la loro adesione all'appello di convocazione e allo spirito dell'assemblea.
Tutti gli interventi hanno sottolineato l'importanza dell'obiettivo di costruire un fronte di classe che, partendo dalla pratica reale del conflitto sulla questione prioritaria dello scontro capitale/lavoro, avvii campagne sui temi più scottanti della fase attuale: il contrasto alle politiche razziste del governo contro gli emigranti e gli immigrati; la repressione padronale e di stato; la lotta per il diritto alla casa; la battaglia contro i licenziamenti politici e antisindacali, per la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e il salario garantito a tutti i disoccupati; le rivendicazioni legate alle questioni di genere, al contrasto al militarismo, al degrado dell'ambiente. Su questi temi diviene prioritario ricomporre sul terreno della lotta un punto di vista e uno schieramento di classe chiaro e condiviso.
L'incontro ha espresso e iniziato ad articolare l'ambizione collettiva di lavorare per la costruzione di questo fronte di classe ampio, unitario e ben visibile, in grado di contrapporsi come alternativa di classe, politica, economica, sociale e valoriale all'attacco capitalistico che trova oggi espressione nel governo Lega-5Stelle - e di farlo al di fuori di ogni logica settaria e identitaria, pur nella specificità e autonomia di intervento.
Un fronte anticapitalista fortemente caratterizzato in senso antimperialista e internazionalista, che produca una critica di classe della crisi strutturale del modo di produzione capitalistico (tale al di là della modesta e asimmetrica ripresa drogata in corso) e della crisi dell'ordine capitalistico internazionale nato con la seconda guerra mondiale. Una crisi così profonda che sta acutizzando in modo dirompente le contraddizioni inter-capitalistiche, facendo emergere una nuova ma definita tendenza al nazionalismo più aggressivo, al "sovranismo" interpretata da Trump e da diversi movimenti e partiti in Europa, e oggi al governo in Italia.
Queste nuove contraddizioni tra interessi egemonici, di cui i dazi doganali rappresentano solo la punta dell'iceberg, rafforzano la tendenza verso la guerra, aprendo nuovi scenari nel possibile stravolgimento dei poli di aggregazione capitalistica ma, nel caotico esplodere delle contraddizioni del nemico di classe, aprendo anche nuovi spazi per una potente ripresa del movimento di lotta degli sfruttati alla scala internazionale.
All'interno di questo ragionamento, è emersa la critica sostanziale ad ogni forma di "sovranismo", di nazionalismo sciovinista, da contrastare con l'intensificazione dello sforzo per incrementare ed ampliare le relazioni internazionali tra settori di proletariato e tra organismi e movimenti di lotta, organizzando comuni iniziative di lotta. Proprio su questo tema, è intervenuta una compagna della Transnational Social Strike Platform, che ha invitato il SI Cobas ad intervenire ad un incontro europeo che si terrà a Stoccolma il 23-24 novembre "contro la logistica dello sfruttamento": si tratta di un importante tentativo di creare connessioni su scala continentale tra le esperienze di lotta e il sindacalismo conflittuale, che vedrà la partecipazione attiva di numerose delegazioni da tutta Europa.

L'assemblea nazionale dell'8 luglio a Bologna decide di promuovere, definire e costruire insieme a qualsiasi altro soggetto politico, sindacale e territoriale si voglia muovere in quest'ottica, una mobilitazione la più ampia possibile
-contro la precarizzazione della vita e del lavoro per milioni di proletari e proletarie  - ed in primis il Jobs Act, contro il quale vincere è possibile, come è dimostrato dalle lotte dei facchini della logistica; 
-contro i processi di ristrutturazione messi in atto dal capitalismo per garantirsi una nuova fase di sopravvivenza attraverso la progressiva espulsione di settori consistenti della classe dal processo produttivo e l'inserimento sempre più organico della robotizzazione (un processo ancora embrionale in Italia, ma che pone interrogativi anche da un punto di vista culturale e valoriale sul rapporto tra l'uomo e la macchina e la sempre maggiore divaricazione tra il cosiddetto "progresso" e gli interessi delle classi subordinate);
--per la difesa del posto di lavoro e la stabilità dei rapporti di lavoro contro i licenziamenti politici (dei quali FCA è stata il capofila con la persecuzione nei confronti dei 5 compagni di Pomigliano, presenti a Bologna con un loro efficace intervento) e contro i licenziamenti di massa, contro il perverso meccanismo di super-sfruttamento degli appalti, sub-appalti, finte cooperative, e per il salario medio operaio garantito per i disoccupati.

Assume in maniera condivisa, come elemento strategico per una coerente battaglia politica e sindacale, la riduzione generalizzata dell'orario di lavoro a parità di salario. Un punto qualificante non solo come elemento di vertenzialità sindacale immediata (il che è avvenuto in alcune lotte della logistica), ma anche come elemento-perno di una prospettiva alternativa a quella del reddito di cittadinanza, comunque articolato, capace di favorire la ricomposizione e l'autonomia di una classe all'oggi sempre più frammentata e priva di autonomia.

Si impegna a sostenere le prossime iniziative di lotta e gli scioperi del sindacalismo di base e conflittuale, nell'ottica della costruzione di un vero sciopero generale per l'autunno e nella prospettiva, così come auspicata dal SI Cobas nel suo intervento, di dar vita a dei comitati di lotta che sui luoghi di lavoro siano capaci di unire tutti i lavoratori combattivi in base a pratiche di lotta comuni e parole d'ordine chiaramente classiste, al di la dell'appartenenza sindacale.

Decide di contrapporsi frontalmente al razzismo di stato dell’attuale governo che ha ripreso e radicalizzato le politiche contro gli emigranti, i richiedenti asilo e gli immigrati dei precedenti governi di centro-sinistra, e denuncia le manovre di manomissione e i progetti imperialisti dell'Italia e dell'Unione europea sui paesi dipendenti, a cominciare da quelli dell'Africa e del Medio Oriente, in cui vengono create e fomentate guerre, povertà e miseria, e da cui milioni di uomini e donne del Sud del mondo sono costretti a scappare per la loro sopravvivenza e per conquistare condizioni di vita un minimo dignitose.

Denuncia la campagna securitaria del governo Lega/5Stelle, sia come strumento di criminalizzazione degli immigrati e di ogni forma di opposizione che si muova al di fuori di un piano di compatibilità economica e politica, sia come repressione giudiziaria e poliziesca quale elemento organico del dominio di classe, e denuncia al tempo stesso l'intensificato militarismo dello stato italiano e dell'UE.

Decide di impegnarsi contro ogni discriminazione di genere nei territori e in ogni luogo di lavoro.

Si impegna a costruire su questa piattaforma di lotta per un fronte unitario di classe una giornata di mobilitazione nazionale per fine settembre/metà ottobre da definire nella forma: iniziative di piazza articolate in contemporanea nelle diverse città o un unico momento nazionale. Questa giornata sarà finalizzata anche al lancio e alla propaganda dello sciopero generale di fine ottobre.
Ogni realtà territoriale costruirà l'iniziativa e l'ampliamento della mobilitazione in relazione alle sue specificità di lotta su lavoro/precarietà/licenziamenti, sulla difesa delle occupazioni e del diritto alla casa, contro il razzismo di stato (attraverso una specifica piattaforma di lotta per i diritti dei migranti) e la repressione delle lotte.

Si segnalano e si invita alla partecipazione ai seguenti appuntamenti come momenti di confronto allargato sulle tematiche esposte nel resoconto arricchite dalle specifiche tematiche:
•    Campeggio No Tav in Val di Susa 26/29 luglio
•    Messina No Muos 1/3 agosto

Le realtà che hanno partecipato all'assemblea e condividono gli intenti contenuti nel presente documento si impegnano ad aggiornarsi per il giorno 4 agosto a Roma al fine di definire nei dettagli i temi, le iniziative e il calendario di lotta autunnale.

12/07/2018