FERMIAMO LA POLITICA DEL TERRORE ISRAELIANO! FERMIAMO IL SUPREMATISMO SIONISTA!

Inviato da redazione il Mar, 16/05/2023 - 08:50
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È in atto l'ennesimo attacco dell'esercito sionista con bombardamenti aerei e ancora una volta si contano le case distrutte e i morti palestinesi dilaniati dal terrorismo israeliano. E sono ancora stragi e ancora morti in Palestina.

Dall'inizio dell'anno coloni, esercito e polizia israeliana a stanno compiendo raid e aggressioni fasciste nei confronti della popolazione palestinese, nel silenzio complice della comunità internazionale.

Questa strategia politica sionista di aggressione e di occupazione territoriale, è fondata sulla teoria razzista del "suprematismo sionista" che genera discriminazione e, in linea di tendenza, l'annientamento e il genocidio del popolo palestinese.

I palestinesi subiscono pesantemente e quotidianamente sulla loro pelle questa pratica di apartheid: dai controlli umilianti ai check point, alla prigione a cielo aperto di Gaza, alle continue incursioni dell'esercito in Cisgiordania, agli arresti infiniti senza processo, al fermo amministrativo pluriennale, alle torture, all'impunità per militari e coloni assassini, alla distruzione mirata di ospedali e centri medici, al controllo sull'acqua e dei prodotti basilari per la vita, al furto dei dazi doganali, al controllo militare dei territori fino alle semplici attività sociali.

Il sionismo umilia, discrimina, disgrega, uccide provando a distruggere anche la stessa speranza di un futuro migliore. Ma in fondo questo è normale per chi pensa, come il governo israeliano, che il popolo palestinese non esista in quanto tale.

Dal 2018 lo stato di Israele diventa "stato ebraico" e ha istituzionalizzato la discriminazione.

Alla faccia della tanto strumentalmente decantata "unica "democrazia" in medio oriente, l'ideologia suprematista e colonialista, fondamento dell'attuale governo sionista, si fonda sull' accaparramento violento dell'acqua e delle terra, di ogni risorsa e in sostanza sulla morte e sull'annientamento de popolo palestinese.

E quest'anno sono 75 anni dalla Nakba: la catastrofe che, con la prima ondata di uccisioni e violenze sioniste contro la popolazione palestinese, è stata base e fondamenta all'attuale stato di Israele, stato del terrore.

 

 

Una politica di annientamento e morte che, in una proiezione strategica di condizionamento e controllo sull'intera area, arriva con i raid aerei in Siria, con gli attacchi terroristici contro altri paesi mediorientali, nelle periodiche incursioni in territorio libanese. Ma che, sul piano del consolidamento di alleanze strategiche, si concretizza con trattati di collaborazione commerciale e partenariato militare come l'ultimo sottoscritto per l'Italia dal governo Meloni che diventa così complice del massacro.

I palestinesi, in tutto ciò, continuano a esistere e resistere rivendicando giorno dopo giorno il loro diritto all'esistenza e alla resistenza.

Continuano a perseguire il loro legittimo diritto all'autoderminazione.

Lo stesso diritto che, nel doppiopesismo dell'imperialismo occidentale, è pretesto per la guerra in Ucraina tra diversi imperialismi che si confrontano militarmente per il controllo economico e politico dell'intero pianeta.

Ma i Palestinesi continuano a cercare la loro strada anche contro una burocrazia politica interna corrotta che difende i privilegi di una nuova borghesia la quale si arricchisce anche sotto l'occupazione sionista, ed anche se colpiti, riescono sempre a ripartire con strumenti impari ma che non lasciano mai tranquillo il proprio aggressore.

Perché finché ci sarà l’occupazione sionista ci sarà resistenza palestinese.

Perché l'unica cosa possibile è la sconfitta del fascismo israeliano, qualunque colore abbia il governo sionista in carica.

L'unica strada è l'internazionalismo di classe, la solidarietà ai popoli che si ribellano contro la barbarie imperialista.

Contro il sionismo il colonialismo e il terrorismo israeliano.

 

Con il popolo palestinese che resiste

Al Mukawama! Resistenza!

 

I compagni e le compagne del Csa Vittoria

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