DDL 1660! No allo stato di polizia! Servi del potere pronto alla guerra.
All'armi siam fascisti!
Eccoli che tornano i fautori dell'Italietta in camicia nera!
"Chi nella luce ti conduce? Il duce!" Slogan urlato nelle piazze fasciste degli anni '70 tra gli altri a Milano dal presidente del senato La Russa".
Avanti marsch!
Ed ecco La Russa con Servello e Ciccio Franco (Boia chi molla di Reggio Calabria) nel 1973 prima della carica con le bombe a mano contro la polizia.
Ma al cuore nero non si comanda. Ed ecco la "democratura"!
NO ALLO STATO DI POLIZIA!
Abbiamo incominciato quasi ironizzando sulla pochezza dei componenti del governo Meloni e potrebbe sembrare una farsa ma invece lo spostamento ancora più a destra dell'asse politico italiano è una cosa tangibile e molto, molto seria e crediamo che, purtroppo, non ci sia ancora una vera coscienza del pericolo che questa rappresenti.
Ecco, infatti, una nuova legge sulla "sicurezza" peggiorativa del già fascistissimo codice Rocco. Un provvedimento che segue e inasprisce in senso pesantemente repressivo gli altri interventi, in materia di ordine pubblico, che in questi anni sono arrivati da governi di ogni colore.
Il governo Meloni, al di fuori di qualche comparsata a livello internazionale in tailleur o in doppiopetto, dimostra ancora una volta la sua natura.
Servi del potere economico internazionale e italiano, burattini che agitano le braccia, i cui fili sono tirati dalla borghesia nazionale affamata di contributi e finanziamenti e di poter agire a mano libera su contratti o licenziamenti.
Proni davanti blocco imperialista atlantico che sta spingendo l'intera umanità su un piano inclinato verso la guerra globale, si scatenano contro ogni forma di opposizione vera, contro ogni lotta per il miglioramento delle condizioni di vita per milioni di proletarie e proletari.
Impregnata della solita retorica securitaria fascio liberista si muove la squadraccia di cialtroni al governo che sa fare solo questo perché hanno storicamente sempre fatto solo questo. Perché è nel loro DNA anticomunista e antipopolare essere e agire come braccio armato e repressivo del capitalismo italiano.
Il centro della questione è che questo nuovo DDL 1660 è organicamente ideato e costruito in funzione di deterrenza, terrorismo e repressione anche preventiva perché hanno paura.
Hanno paura perché la tendenza alla guerra del blocco imperialista occidentale, come "strada per uscire" dalla crisi economica globale, sta trasformando le diverse economie europee in economie di guerra, come da insegnamento del loro luminare Draghi. Questo vuol concretamente dire un incremento esponenziale del "decisionismo", dell'accentramento dei poteri e dello svuotamento delle funzioni del parlamento e, dal punto di vista economico, un attacco alle condizioni di vita e dei livelli salariali e della "qualità del lavoro" per milioni di proletarie e proletari.
Il DDL 1660 è, per il padronato italiano, lo strumento più diretto e immediato per prevenire e reprimere, accompagnato da una campagna ideologica che prepara la "popolazione" a valutare e giudicare come "violenta" ogni legittima protesta, contando sull'acquiescenza di lavoratori e lavoratrici, tra sconforto e rabbia, senza più una chiara e connotata collocazione politica e soprattutto senza più un'identità collettiva di classe.
Tutto è in linea verso la tendenza e le necessità storica di sopravvivenza del profitto per il capitale. Non sono consentiti più margini di trattativa. Le proteste non devono più uscire dai paletti della compatibilità economica e politica imposti dalle esigenze del profitto e di superamento della crisi strutturale dell'organizzazione capitalistica del lavoro.
Il DDL 1660, in breve, approvato alla camera che sta per andare al Senato:
- Il blocco stradale e quindi gli scioperi diventano reato penale con condanne fino a 2 anni di carcere;
- le proteste in carcere o nei Cpr possono essere punite col carcere fino a 20 anni;
- idem per chi protesta contro le grandi opere;
- Anche la "propaganda" delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo considerata "terrorismo della parola";
- carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni;
- Fino a 15 anni per resistenza attiva
- Fino a 4 anni per resistenza passiva (nuovo reato, ribattezzato "anti-Ghandi")
- Facoltà per forze dell'ordine di detenere una seconda arma personale al di fuori di quella di ordinanza e al di fuori del servizio.
- Carcere immediato anche per le madri incinte o con figli di età inferiore a un anno
- Dulcis in fundo, si vieta agli immigrati senza permesso di soggiorno finanche l'uso del cellulare, vincolando l'acquisto della SIM al possesso del permesso.
A quando l'olio di ricino?
- Hai uno stipendio da schiavo? Se l'azienda ti pagasse quanto sarebbe giusto potrebbe fallire ... e quindi taci e lavora, e se protesti vai in galera o prendi botte.
Se vuoi protestare devi accettare il ... "dissenso calmierato" o magari esponi un cartellino SONO IN SCIOPERO mentre lavori!!!!!! Il grande sogno dei padroni.
Ti organizzi in un movimento per il diritto alla casa e occupi stabili abbandonati sottraendoli alla speculazione edilizia? Anni di galera.
Ti contrapponi all'inutilità dispendiosa e devastatrice delle grandi opere o di nuovi insediamenti militari. Persino peggio, con pene esponenzialmente aumentate e con l'aggravio dell'inserimento del reato di "terrorismo della parola”!!!
Fai resistenza passiva davanti ad una fabbrica, sei passibile fino a 4 anni di carcere con l'inserimento di una nuova pena "anti-Gandhi".
Gli immigrati, come sempre, nella visione razzista dell'idea di società del governo Meloni, pagano un prezzo sempre più alto se osano ribellarsi alle condizioni di schiavitù e di subordinazione in cui i lavoratori vivono e lavorano.
Questo è il messaggio terroristico del DDL 1660 con questo nuovo gravissimo attacco alla libertà d'espressione e d'opposizione.
Gli anni di dure lotte nella logistica come in altri settori importanti dell'economia italiana ci hanno insegnato che la classe vince quando con coerenza blocca la produzione e sciopera, picchetta e sciopera, tratta con il padrone di turno ma sciopera perché il capitalismo non ha mai regalato diritti e aumenti salariali se non costretto dalle lotte e dall'unità della classe.
Spezza le catene e l’individualismo: Lotta come classe!
Per anni abbiamo analizzato attentamente e denunciato la trasformazione dello stato di diritto e del sistema parlamentare in "democratura".
Una democrazia autoritaria le cui carte sono sul tavolo da tempo a partire dall’accentramento dei poteri in mano al(la) presidente del consiglio. Il DDL è un ulteriore strappo a destra, è l'agitare e mettere in pratica lo spettro di UNO STATO DI POLIZIA modifica dall'interno le regole formali incerte di uno stato borghese in trasformazione.
Ma la sopravvivenza del capitalismo e la salvaguardia del profitto lo richiedono. Richiedono un’azione repressiva preventiva necessaria per la tendenza alla guerra e per la necessità di un controllo pervasivo che blocchi le istanze sociali per allontanare e rendere silenzioso un possibile e doveroso conflitto contro l'ingiustizia sociale e lo sfruttamento di classe.
Tutto in nome del profitto e in nome della falsa ideologia patriottica bellicista funzionale allo scontro tra blocchi qualunque esso sia.
La cosiddetta “opposizione" parlamentare non si è presentata in aula per provare ad affossarlo. Sostanzialmente non si oppone perché fa comodo a tutte le fazioni della borghesia che i lavoratori e le lavoratrici e, in generale, l'opposizione sociale su ambiente, casa e diritti sociali, possano solo delegare con il voto ogni 5 anni ma nel frattempo stiano zitti oppure protestino a bassa voce, con discrezione, senza disturbare e senza alzare la voce se non in qualche talk televisivo ....
A questo occorre dare una risposta ampia e immediata per fermare la definitiva approvazione di questo provvedimento irricevibile e per evitare la marginalizzazione e la repressione. Una risposta che non può che nascere da tutti quei movimenti e da quelle lotte sociali e ambientali che agitano i territori e che rischiano di essere i primi ad essere colpiti dalla criminalizzazione ma che, per essere vincente, si deve allargare a tutto il tessuto della classe e ai/alle protagonist@ delle diverse tematiche dell'opposizione sociale.
NO AL DDL 1660!
Unità della classe contro il governo Meloni.
Unità della classe contro il salto di qualità della repressione. Unità della classe contro la guerra imperialista e le sue conseguenze sul piano della vita quotidiana di milioni di lavoratori e lavoratrici, precarie e precari, studenti e studentesse disoccupati e disoccupate.
Le compagne e i compagni del Csa Vittoria
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