Tutte e tutti in piazza giovedì 15 – Sabato 17 : Dalla Nakba del 1948 al Genocidio del 2025
SABATO 17 MAGGIO CORTEO
Partenza ore 15,00 da Piazzale Lodi fermata Lodi Tibb – M3 linea gialla con termine in Corvetto
Sabato 17 si terrà a Milano anche un altro corteo. Un corteo contro un’iniziativa neofascista, razzista e suprematista favorevole alla “Reimmigration”. Parleremo anche di questo nel corteo in solidarietà al popolo palestinese e alla sua Resistenza tracciando una continuità tra le 2 mobilitazioni perché crediamo siano entrambe parte importante di un’unica lotta contro l’ imperialismo il fascismo e il sionismo
GIOVEDI 17 MAGGIO dalle ore 18,00 alle ore 20,00
PRESIDIO DAVANTI AL CONSOLATO U.S.A.
Fermata via Turati – M3 linea gialla.

1948 – 2025 dalla NAKBA, la Catastrofe, al Genocidio. La storia del popolo palestinese degli ultimi 77 anni non è riducibile ad una semplice narrazione o ad una sequela di date e ricordi perché incomincia con un marchio indelebile di violenza impresso a fuoco sulla carne viva di milioni di donne, uomini, bambini e bambine che ancora oggi brucia. Bruciava e brucia perché, il 15 maggio del 1948, l’occidente appena uscito dalla 2° guerra mondiale, sanciva l’insediamento e permetteva l’espansione delle colonie sulla terra palestinese con la nascita dell’entità sionista-israele che ricordiamo, unico caso al mondo, non ha mai dichiarato e ancor oggi non dichiara i “propri” confini. Bruciava e brucia perché quella data rappresentava e rappresenta l’insediamento e l’occupazione coloniale e militare “definitiva” di terra palestinese. Un’occupazione più equiparabile ad uno stupro di umanità e natura che impostata sul rispetto delle diversità culturali e religiose. Un’occupazione coloniale basata sul suprematismo religioso ed “etnico” e su una convivenza mai cercata se non in termini di subordinazione o di sfruttamento di manodopera pagata con salari da fame. L’esatta differenza di occupante e occupato.
<< Cerchiamo però, per un momento, di immedesimarci in quella sofferenza e guardare quella tragedia con gli occhi spaventati del bambino Mahmoud diventato poi il grandissimo poeta e scrittore  Mahmoud Darwisch. Un bambino che è diventato profugo ed è dovuto fuggire improvvisamente di casa, con la famiglia piena di paura e angoscia, senza capirne il motivo. Un bambino che si chiede come tutto questo sia possibile, che si interroga sull’enormità di questa ingiustizia, che non si vuole far ragione del tragico cambiamento della propria vita. Un bambino, diventato ragazzo, che affronta un lungo e pericoloso viaggio a piedi, anni dopo la deportazione violenta della sua famiglia, per andare a vedere, nascosto e quasi abbracciato dalle piante che lui amava e conosceva cosi bene, la vecchia casa contadina abitata da generazioni dalla sua famiglia, ora invece occupata da una famiglia forse polacca, scortata in armi dall’esercito sionista, che comunica con una lingua per lui dura e incomprensibile, che tocca con disinteresse ogni oggetto, ogni mobile, ricordo della sua famiglia, come fosse cosa propria. Che abbatte ciò che non comprende e che non sa prendersi cura dell’ albero di ulivo semplicemente perchè non sa cosa sia, perchè inesistente nel loro luogo di origine. Ulivo che invece, con le sue radici profondissime, è diventato potentissima rappresentazione naturale del legame e dell’attaccamento del popolo palestinese alla propria terra. >>
Bruciava e brucia perché è stata una colonizzazione forzata ai danni della popolazione palestinese scacciata dalle bande paramilitari terroristiche dell’Irgun e Haganah con una violenza organizzata e scientifica della quale le stragi ” a freddo” di Deir Yassin dell’aprile 1948 e di Tantura del maggio 1948 sono solo gli episodi più eclatanti. Bruciava e brucia perché quella data fissava storicamente l’inizio della tragedia del popolo palestinese che veniva espulso dalla propria terra per non farvi più ritorno. I dati storici parlano di più di 750.000 persone cacciate dalla propria terra con azioni terroristiche o con pogrom dei coloni ebrei contro la popolazione araba. L’obiettivo?Â
Ripulire la Palestina dai palestinesi. Rubare loro più terra ed acqua possibile e da quel giorno non si sono mai fermati fino al genocidio a cui stiamo assistendo in diretta streaming. Un colonialismo di insediamento sostenuto dalla spinta compiacente dell’imperialismo occidentale ben soddisfatto di aver dato una risposta, in primo luogo, alle pressioni dell’ebraismo sionista e, in secondo luogo, di aver trovata una soluzione concreta per contenere le pulsioni razziste e antisemite interne allontanando geograficamente il “problema”. Oltre naturalmente all’aver placato il peso dei sensi di colpa per l’immane tragedia storica dell’ Olocausto scaricandolo sulle spalle del popolo palestinese. Brucia anzi avvampa oggi perché si è reso esplicito agli occhi del mondo intero l’antico progetto sionista di una pulizia etnica completa e di un genocidio che non ha mai avuto bisogno di pretesti o di scuse. Nel frattempo i profughi sono diventati 7 milioni mentre, dal 7 ottobre del 2023, il numero dei morti, feriti e dispersi ha oltrepassato i 200.000. Oltre 10.000 sono i detenuti internati in campi lager dove viene praticata la tortura e dove il numero dei prigionieri assassinati ha passato i 60. Sono stati uccisi con ferocia dottori, infermieri, giornalisti. Demolito l’85 % di edifici a Gaza e ridotta a zero la possibilità di utilizzo di desalinizzatori e impianti idrici in grado di fornire acqua potabile. Il diritto all’istruzione, alla cura, al gioco, alla vita è stato azzerato per bambine e bambini a Gaza. Cresce il numero di “stupri etnici” documentati e il piano di sterminio per fame e sete dopo la rottura unilaterale delle tregua diventa sempre più crudele. Gaza è un orrore di disumanità sotto gli occhi di chiunque non voglia voltarsi dall’altra parte. In Cisgiordania prosegue la pulizia etnica e sono mille i palestinesi uccisi nelle zone occupate e circa 7000 i feriti e sono 3.271 gli attacchi documentati dei coloni contro case e famiglie contadine palestinesi. Rase al suolo 4.926 case nelle 22.291 incursioni. Distrutto e ormai inesistente il campo profughi di Jenin mentre quello di Tulkarem è sotto attacco da giorni e, dal settembre 2023, sono 3.721 gli attacchi di coloni alle proprietà dei contadini palestinesi sradicando alberi e distruggendo orti e campi per togliergli il sostentamento e obbligarli alla fuga.

Tragicamente non ci meravigliano le prime piccole, piccolissime “crepe” formali di questi giorni nello scudo politico, economico e militare che l’imperialismo Usa ha sempre eretto in difesa del suo alleato sionista.Â
Evidentemente la gestione Netanyahu del progetto sionista ha assunto un comportamento genocida “esagerato” e la percezione di questa “esagerazione” (meglio un genocidio sotto traccia …) cozza contro gli affari che il criminale alla Casa Bianca vorrebbe ripristinare con gli infami governi dei paesi arabi. Le foto dei corpi smembrati dalle bombe possono ancora andare … ma tutte quelle bambine e quei bambini resi scheletrici dalla fame … e questi giornalisti che li fotografano …. questo impatto negativo consiglia gli assassini imperialisti a prendere (solo formalmente) le distanze per evitare che la visibilità e l’impatto mediatico possa, ancora solo formalmente, influire sull’ipocrisia di chi ancora annuncia di voler riconoscere il diritto alla vita al popolo palestinese. Affari e profitto imperialista, solo questo conta. Nativi americani, palestinesi, quale è la differenza? Riserve indiane o campi di sterminio gestiti da aguzzini dove rinchiudere il popolo palestinese una volta decimato dalle bombe malattie fame e sete …E purtroppo Gaza è carne da macello per i giochi di potere e gli equilibri mondiali di uno scontro tra blocchi imperialisti per i quali Israele è la punta di diamante dell’imperialismo occidentale da difendere ad ogni costo nella proiezione di un controllo sull’area medio orientale cosi importante dal punto di vista geopolitico.
Per questo tornare a riempire le piazze il 15 e il 17 maggio 2025 è così importante.
Per questo ricordare la Nakba, la catastrofe, è fondamentale come atto di accusa contro il progetto sionista e i legami strutturali di interdipendenza con l’imperialismo occidentale.
Per denunciare e lottare contro un piano di pulizia etnica fino al genocidio odierno che si ufficializza il 15 maggio 1948 e si sedimenta con la progressiva e inarrestabile espansione di colonie su terra palestinese da parte del piccolo stato canaglia, l’entità sionista chiamata Israele.
Per questo è importante denunciare e lottare contro la triade Meloni-Salvini-Taiani complice del genocidio e agente politico militare agli ordini dell’imperialismo Usa del quale condivide l’ideologia classista e suprematista. Il popolo palestinese ha diritto di esistere sulla propria terra. Contro deportazioni, pulizia etnica e il genocidio del popolo palestinese. Con il popolo palestinese e la sua Resistenza fino alla vittoria.
Approfittiamo per ricordare che 3 resistenti palestinesi in Italia da anni sono ora sotto processo per la loro presunta partecipazione ad episodi di Resistenza popolare in Cisgiordania. La resistenza non si processa! Anan, Ali, Mansouri liberi subito. No alla vendetta sionista contro i tre resistenti palestinesi. La resistenza di un popolo contro una forza occupante non è terrorismo!
Le compagne e i compagni del Csa Vittoria
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