SABATO 21 OTTOBRE GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO GUERRA, GOVERNO MELONI E CAROVITA!

Inviato da redazione il Mar, 03/10/2023 - 16:27
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SABATO 21 OTTOBRE GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE

CONTRO GUERRA, GOVERNO MELONI E CAROVITA!

Riempiamo le piazze con 3 cortei: Ghedi – Coltano – Palermo!

 

La guerra imperialista tra il blocco NATO/UE e la Russia in Ucraina prosegue senza sosta e lascia sul terreno sempre più morti, feriti e mutilati, tra i proletari ucraini e russi in un’escalation che pare non abbia mai fine.

Il conflitto in corso, nella sua quotidiana tragicità, rappresenta la plastica dimostrazione che la crisi strutturale in cui versa il sistema capitalista e l’incrementarsi della serrata competizione tra monopoli e blocchi con interessi sempre più confliggenti non possa che sfociare nella guerra.

Solo ultimi in ordine di tempo, Taiwan, il Kossovo, il Nagorno-Karabakh, il Corno d’Africa e l’Africa subsahariana, costituiscono alcune delle linee di frattura nelle quali conflitti armati sono già in corso ovvero nelle quali il loro esplodere rappresenta più di una semplice possibilità.

Tali ulteriori scenari, pertanto, non restituiscono solo l’ampiezza dello scontro in atto, ma anche la loro possibile risoluzione in una escalation che ridefinisca i limiti della rispettiva espansione dell’egemonia economica, politica e militare, dei blocchi medesimi.

Del resto, un modo di produzione intimamente fondato sulla rapina di risorse e di vite, sulla voracità estrattivista nei confronti dell’ambiente e dei territori, non può che considerare l’aggressione e la distruzione quali scelte vitali e assolutamente praticabili.

La guerra in corso e le sue conseguenze materiali, come tutte le guerre del capitale, sono pertanto pagate dagli strati proletari che subiscono l’aumento delle materie prime, l’inflazione (generata, nella fase attuale, dal recupero padronale dei maggiori costi scaricato sui prezzi), l’incremento costante delle spese militari, l’austerità e le politiche monetarie restrittive (fonte della spirale aumento dei tassi da parte della BCE, recessione, disoccupazione), i contestuali tagli della spesa pubblica, lo sfruttamento e la repressione.

E dal punto di vista ideologico, subiscono l’intruppamento, la militarizzazione e la gerarchizzazione dei rapporti sociali, l’asservimento alle retoriche dei rispettivi nazionalismi rilanciate da media asserviti agli interessi padronali (in particolare, dei produttori di armi) e atlantisti. Una deriva autoritaria che nel nostro paese, grazie al governo Meloni, assume anche un piglio di decisionismo fascista che sta ulteriormente peggiorando la vita di milioni di proletari e che vuole riscrivere la narrazione culturale e la stessa storia dell’intera società.

Il governo Meloni, al netto delle roboanti dichiarazioni propagandiste, conferma la linea di politica economica di perfetta continuità con il governo Draghi improntata al contenimento del debito e della spesa pubblica (fatte di sgravi fiscali ed aiuti alle imprese, cancellazione del reddito di cittadinanza, tagli alla scuola e alla sanità), e aderisce pienamente, rafforzandone il ruolo, alla guerra imperialista. Ciò non solo attraverso la fornitura di armamenti e l’assenso alle sanzioni economiche, il riarmo, ma anche con la concessione alla NATO del potenziamento e dell’ammodernamento dell’arsenale bellico, anche nucleare, nelle diverse basi presenti sul territorio italiano. Tra queste la principale base aeronautica italiana sita a Ghedi, nella provincia bresciana, che sta per accogliere nuovi modelli di bombardieri (F35 di quinta generazione) e ancor più sofisticate bombe nucleari prontamente utilizzabili.

Contro tali politiche, i piani del capitalismo italiano ed europeo, contro l’imperialismo, riteniamo improcrastinabile la costruzione di una forte opposizione di classe e un fronte di massa che rifiuti con decisione il sostegno alla guerra e per il disfattismo.

Una convergenza che opponga alla barbarie della guerra, quale tendenza propria del capitalismo, e che rilanci un immaginario di solidarietà tra i popoli e di eguaglianza sociale, una rottura di sistema per la trasformazione in una società che metta al centro i bisogni complessivi dell’uomo e della natura.

Per questi motivi parteciperemo e invitiamo alla partecipazione attiva al corteo di Ghedi di sabato 21 ottobre 2023 e aderiamo alle ulteriori iniziative che si svilupperanno in quella giornata, in particolare ai cortei NO MUOS in Sicilia e a Coltano, in provincia di Pisa, sul cui territorio insiste un’altra base contro l’ampliamento della quale si è formata una vasta opposizione sociale e popolare. Sosteniamo anche lo sciopero generale del 20 ottobre 2023 indetto sui medesimi temi dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali di base e autorganizzate.  Passaggi questi di un percorso di mobilitazione che auspichiamo sempre più serrato e ampio contro il Governo Meloni e le sue politiche razziste e supine al profitto, che sia realmente contro la guerra, che porti avanti la lotta, con il massimo dello sforzo di convergenza possibile per la chiusura di tutte le basi USA e NATO, per l’uscita dell’Italia dalla NATO e da ogni alleanza imperialista transnazionale.    

Per una società di liberi e di eguali!

       Contro la precarietà e lo sfruttamento di classe!

  GUERRA ALLA GUERRA!

contro capitalismo