IMPERIALISMO E SIONISMO HANNO DICHIARATO GUERRA ALL’UMANITA’
Tutte e tutti in piazza contro l’escalation bellica dell’entità sionista-Israele e dell’imperialismo Usa/Nato europeo.
Fermiamo subito il Genocidio Palestinese a Gaza e Cisgiordania.
Contro il riarmo e la tendenza alla guerra imperialista.
Governo Meloni servo dei padroni!
Più salari e meno spese militari! No allo stato di polizia!
PARTECIPA E DIFFONDI!
VENERDI 20 GIUGNO SCIOPERO GENERALE
indetto dal sindacalismo conflittuale
ore 9:30 Piazza Santo Stefano
con termine in Piazza Scala
in solidarietà alla “maschera” licenziata per aver gridato “Palestina Libera”
DOMENICA 22 GIUGNO BOICOTTAGGIO + PRESIDIO
prima del presidio – boicottaggio ore 17:15 al Mac Donald’s via Dante angolo Cairoli.
presidio ore 18,00 Largo Cairoli
a Milano a fianco del popolo palestinese e della sua Resistenza.
Contro l’escalation di guerra sionista. Contro l’imperialismo, la corsa al riarmo e alla guerra.

“Il Genocidio è quasi completo. Quando sarà concluso, non solo avrà decimato i palestinesi, ma avrà anche messo a nudo il fallimento morale della civiltà occidentale.” Chris Hedges (Gli ultimi giorni di Gaza – Invictapalestina)
Queste parole sono la cruda descrizione della realtà odierna ma non si rivolgono agli assassini del piccolo stato canaglia, di quella piccola entità coloniale sionista chiamata Israele. Gli assassini sono assassini, punto. Queste parole sono un atto di accusa nei confronti di chi per paura, per indifferenza, ma anche per un inconfessata forma di razzismo, non si è schierato con il popolo palestinese contro il sionismo genocida. Perchè è sempre più evidente come il sionismo sia portatore del cancro del genocidio e della guerra in quanto fondato sul colonialismo d’insediamento e di espansione e il colonialismo è rapina di sempre maggiori terre e vita altrui.
La settimana scorsa, la piccola rabbiosa e prepotente entità coloniale sionista che possiede illegalmente armi nucleari al di fuori di ogni trattato internazionale e non ha mai accettato ispezioni da parte dell’ AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha attaccato e bombardato l’Iran con l’accusa di essere in procinto di costruire un’arma nucleare. L’attacco definito e programmato da tempo ha colpito sia i siti di arricchimento dell’uranio sia i vertici militari dello stato iraniano provocando, ad ora, centinaia di vittime civili. L’aggressione sionista ingiustificata e ingiustificabile all’Iran, con l’accordo Usa e alla quale si è immediatamente allineato tutto il blocco imperialista occidentale, non è un crimine dettato dalla contingenza perchè il raggiungimento dell’obiettivo della produzione di armi nucleari, come punto di arrivo della corsa iraniana al nucleare militare, è la solita colossale bugia a giustificazione di un intervento militare. Ricordiamo, a questo proposito, solo la criminale farsa delle “armi di distruzione di massa” in mano a Saddam Hussein nel 2003 utilizzate in chiave propagandistica dall’assassino Bush per lo sterminio di 750.000 iracheni e la riduzione dell’ Iraq ad una società preindustriale. L’attacco dello stato ebraico-sionista era programmato da anni ed è stato lanciato a 2 giorni dal tavolo delle trattative in Oman per farle saltare. L’Iran si era infatti seduta al tavolo dei negoziati sul nucleare per trattare sul vero obiettivo e cioè la riduzione delle sanzioni economiche in vigore da anni con riferimento all’ accordo firmato con Barak Obama nel 2015 ma stracciato da Trump nel suo primo mandato. L’entità sionista-Israele ha così scatenato l’attacco distruttivo definito “diritto alla difesa” per portare l’amico amerikano più vicino alla guerra contando sulla ovvia e legittima reazione dell’ Iran e tutto questo, senza dimenticare le centinaia di vittime civili iraniane a cui va tutta la nostra solidarietà, sta portando l’intera umanità ad un punto di non ritorno.
Le ultime notizie, mentre scriviamo, acuiscono la pericolosità della situazione con gli ultimatum degli Usa al governo iraniano per costringerlo ad una resa incondizionata.
Evidentemente la fase dell’imperialismo a cui siamo arrivati combacia perfettamente con la nuova dottrina Trump che, saltando ogni “mediazione democratica” sta imponendo la legge della forza militare sia sul fronte interno, con la repressione delle proteste di piazza per l’intervento razzista contro i migranti, sia sul fronte esterno al di fuori di ogni convenzione, diplomazia o possibile trattativa.

Tutta questa escalation era prevista e argomentata nel documento chiamato “Clean Break”, redatto nel 1996 da un gruppo di consiglieri strategici (della difesa Usa) di Netanyahu, che delineava possibili nuove linee di sviluppo per il sionismo con il superamento del “conflitto “arabo israeliano per la conquista di nuovi territori e l’affermare militarmente un predominio politico/economico/militare sull’intera area medio-orientale. Un disegno strategico con orizzonti politici quindi più ampi del sogno sionista della “Grande Israele” per determinare inoltre una possibile autosufficienza politica dal Grande Fratello Usa. Il terrorista Netanyahu sta quindi agendo nella direzione di un espansionismo regionale che lo ha messo in competizione diretta con l’Iran in quanto altra “potenza” regionale. E questa nuova guerra d’aggressione si poggia sulla solita fuffa ideologica, sulla solita esportazione della democrazia che abbiamo ben conosciuto in Iraq e Afghanistan, della democrazia contro la barbarie, e il solito repertorio razzista occidentale che ha sempre accompagnato e giustificato ideologicamente il furto imperialista di risorse in tutto il mondo.
Ma, in estrema sintesi, questa proiezione strategica sionista è anche funzionale e si accompagna alla strategia di rafforzamento nell’area medio-orientale da parte dell’imperialismo Usa in funzione anti cinese (anti-Brics) con un monito minaccioso nei confronti degli accordi sempre più strategici stretti dall’Iran con la Russia e la Cina. E questo è ancora più facilmente comprensibile se si pensa agli enormi interessi economici cinesi nella regione dove vengono acquistati idrocarburi (gas e petrolio) e da dove passa quasi un terzo delle sue esportazioni. Dati macro che richiedono una stabilità per essere rafforzati e implementati e spiegano, ad esempio, il diretto intervento del governo cinese nella risoluzione del conflitto nello Yemen tra Iran e Arabia Saudita. Ancora una volta emerge il dato chiaro che l’intero pianeta è lo scacchiere, e l’umanità utilizzata come le pedine di uno scontro interimperialistico per l’egemonia su risorse e mercati e il controllo sulla direzione dei flussi finanziari. E proprio su questo fa conto e si ritaglia propri margini di manovra quella piccola, miserabile e terroristica entità sionista per azzerare ogni possibilità di autodeterminazione e di autonomia del popolo palestinese.
LA SOLIDARIETA’ MILITANTE E’ UN’ARMA POTENTE CONTRO L’IMPERIALISMO!
VENERDI 20 SCIOPERO CONTRO IL GENOCIDIO PALESTINESE, IL RIARMO E LA GUERRA AI DIRITTI DI LAVORATRICI E LAVORATORI
Provare a interpretare la complessità di questo quadro generale serve a comprendere l’importanza della solidarietà al popolo palestinese e la valenza di rottura degli assetti imperialistici in medio-Oriente rappresentata dalla sua Resistenza, altrimenti “solo” naturale e legittima lotta di liberazione contro il colonialismo sionista. Non vogliamo, con questa affermazione, certamente ridurre la portata dell’eroico sacrificio del popolo palestinese, il suo SUMUD e la strategia della sua valorosa Resistenza, ma sottotlineare gli elementi che contribuiscono a delineare il quadro complessivo degli interessi imperialistici in risposta alla lettura pietistica del genocidio palestinese. C’è di più che “solo” orrore e disumanità, perchè stiamo parlando della barbarie dell’imperialismo e dei suoi interessi che confliggono con la vita del popolo palestinese e di miliardi di donne e uomini sacrificabili alla sopravvivenza di un sistema economico basato sullo sfruttamento di uomini, donne e sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali del pianeta fino al loro completo esaurimento.
E il governo Meloni si getta in questa “bella” avventura, come da tradizione al servizio degli interessi del capitale in questo piano inclinato verso un conflitto mondiale tra potenze nucleari, con la gioia idiota e acefala dei balilla che non vedono l’ora di mostrare la loro natura bellicista ma soprattutto per poter investire miliardi in armamenti e mettere in moto un nuovo ciclo di valorizzazione spinto dagli enormi profitti prodotti dall’ industria bellica. Una valorizzazione di capitali per galleggiare sulla crisi di un sistema produttivo in crisi.
Citiamo un pezzo della piattaforma del sindacalismo di base per lo sciopero del 20 giugno che indica che … La legge di bilancio 2025 prevede: +12% alle spese militari: 32 miliardi per armi, 40.000 nuove assunzioni nelle forze armate mentre ospedali, scuole e trasporti restano senza risorse. La evidente tendenza alla guerra prodotta dalla crisi dell’imperialismo sta intaccando i livelli di vita delle masse di lavoratrici e lavoratori. L’inflazione e la caduta del valore reale dei salari, la progressiva demolizione del welfare e dell’intervento pubblico in settori fondamentali (sanità, istruzione, casa e trasporti) ottenuto con le lotte operaie e sociali dalla seconda metà del 1900, indicano un futuro di precarietà in un clima generale di subalternità ad una guerra non più solo economica ma direttamente combattuta con le armi sulla pelle di donne e uomini dei ceti popolari perchè sono per loro le croci dei cimiteri ai margini delle guerre combattute per gli interessi del capitale. Dal punto di vista del fronte interno anche il governo Meloni affronta di petto le possibili conflittualità con l’approvazione del nuovo Decreto Sicurezza che è un esempio da manuale dell’approccio repressivo e fascista alle contraddizioni sociali. Su questo abbiamo detto e scritto molto ma vogliamo sottolineare un ulteriore salto di qualità della valenza repressiva e del cambio di paradigma democratico/borghese evidenziando l’estrema pericolosità e la specificità dell’articolo 31 che permette al Presidente del Consiglio di autorizzare membri dell’apparato statale a organizzare e dirigere associazioni sovversive ….. In pratica viene garantita l’impunità ai servizi segreti che, sfruttando la giusta e doverosa rabbia per la condizione di precarietà della vita, dovessere ritenere utile incanalare, organizzare e dirigere con i propri membri delle associazioni finalizzate a compiere attentati, omicidi politici, e in una parola attentare alle istituzioni dello Stato stesso … per mettere all’incasso politico l’eventuali possibili reazioni da destra.
In confronto la STRATEGIA DELLA TENSIONE inaugurata nel dicembre 1969 con la strage di Piazza Fontana diventa un gioco da bambini, ma la guerra si avvicina e giustifica tutto.
Per questo è fondamentale praticare la solidarietà e continuare a mobilitarsi. Boicottare le catene legate agli interessi del sionismo, denunciare e lottare contro le fabbriche di morte diventate centrali per la sopravvivenza del modo di produzione capitalistico, lottare contro la precarietà e lo sfruttamento di classe per il profitto dei padroni di casa nostra e i governi che li rappresentano. Denunciare la pochezza complice di chi ha taciuto fino a ieri e non si è mai schierato con il popolo palestinese se non, per autoassoluzione, agitando la formuletta priva di senso dei “2 popoli in 2 stati” nei fatti subalterna all’occupazione sionista mai infatti messa in discussione. Per combattere l’imperialismo e il sionismo e rispondere con consapevolezza alle armi ideologiche della discriminazione e del razzismo fatte proprie anche a “sinistra” e utilizzate per “giustificare” i crimini commessi dalle società europee a capitalismo avanzato. Una nostra carissima amica di Roma ci ha scritto con il cuore che …..“Se noi lasciamo che da vent’anni i migranti anneghino a decine di migliaia nel Mediterraneo, è perché questo razzismo suprematista è penetrato anche nelle coscienze dei cittadini europei. Siamo pronti a sostenere gli attacchi all’Iran “perchè lì le donne non sono libere”, come siamo stati pronti a massacrare gli afghani perché lì “le donne portano il burqa”. Poi in Italia le donne vengono ammazzate quotidianamente da fidanzati o da mariti rigorosamente italiani, ma vuoi mettere, possono uscire in minigonna e nessuno le arresta!” .….. E questo è solo uno degli strumenti di “arruolamento e indottrinamento ideologico” della macchina di propaganda capitalista per indurci ad essere cosciente ingranaggio tra ingranaggi di una macchina ben oliata per produrre profitto per il sistema funzionale al dominio di una classe sulle altre. Dovremmo risalire a fatica la corrente del fiume di “correttivi ideologici” a cui anche le lavoratrici e i lavoratori, gli appartenenti alla nostra stessa classe, si sono adeguati nel nome del proprio individualismo e del consumismo che si sta trasformando in consumismo di guerra. Sarebbe da studiare e analizzare da un punto di vista di classe come siamo diventati così razzisti da non rendercene più conto. Questa è certamente una domanda retorica ma la risposta sarebbe certamente utile per costruirci degli anticorpi come classe lavoratrice che rifiuta ogni discriminazione e fa della solodarietà internazionalista e della propria umanità un valore invendibile e senza prezzo.

Perchè se l’Europa non fosse oggettivamente razzista e non aleggiasse una forma di suprematismo “etnico”, i responsabili delle decine di guerre di rapina per gli interessi della classi al potere non potrebbero impunemente definirsi esportatori di democrazia nel mondo, Gaza non sarebbe vittima di un genocidio sostanzialmente giustificato dalla “civile” Europa per il fatto di essere “diversi” da noi per colore della pelle, religione e tradizioni culturali. Non ci sarebbero stati, solo fino a quando scriviamo, 389 morti e oltre 3000 feriti nelle stragi per il pane avvenuti ai cosiddetti Centri di distribuzione delle razioni alimentari gestiti da -….Mossad e Usa. Che vergogna. Non ci sarebbe quella che ora è …la morte silenziosa perchè l’IDF, gli assassini dello Tzahal, ha tagliato ogni comunicazione telefonica e accesso in rete condannando al silenzio, all’ oblio delle coscienze,allo scomparire in silenzio centinaia di vite umane. Un orrore che si aggiunge all’orrore della fame e della disperazione. Un orrore che ci spacca il cuore. Ma non troveremmo mai parole migliori per descrivere la profondità della tristezza e del’abbandono di quelle di Ezzideen Shehab, giovane medico e scrittore di Gaza : “Non c’è internet, nessun segnale, nessun suono. Nessun mondo fuori da questa gabbia. Ho camminato 30 minuti tra le macerie e la polvere. Non in cerca di una fuga, ma per un frammento di segnale, giusto per sussurrare: “siamo ancora vivi”. Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire inascoltati è la morte finale. Gaza è in silenzio ora. Non per pace, ma per annientamento. Non un silenzio di quiete, ma di soffocamento. Hanno tranciato l’ultimo cavo. Nessun messaggio esce, nessuna immagine entra. Anche il lutto è stato vietato. Ho sorpassato cadaveri di edifici, di case, di uomini. Qualcuno respirava, qualcuno no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci. Questo non è semplicemente un assedio di bombe, è un assedio della memoria. Una guerra contro la nostra capacità di dire “siamo qui”. I bombardamenti non si sono mai fermati, soprattutto a Jabalia. Hanno bombardato le strade dove i bambini supplicavano per del cibo. Hanno bombardato le file dove le mamme aspettavano la farina. Hanno bombardato la fame stessa. Niente cibo. Niente acqua. Niente via di fuga. E quelli che ci provano, quelli che raggiungono gli aiuti, vengono abbattuti. La gente muore qui, e nessuno lo sa. Non perché le uccisioni si sono fermate, ma perché l’uccisione della connessione ha avuto successo. Internet era il nostro ultimo respiro. Non era un lusso, era l’ultima prova della nostra umanità. E ora è andata. E nel buio, massacrano senza conseguenze. Ho trovato questo tenue segnale con la eSIM come un uomo morente trova un bagliore di luce. Sto sotto questo cielo spezzato, rischiando la morte non per salvarmi, ma per mandare questo messaggio. Un singolo messaggio, un’ultima resistenza. Se state leggendo questo, ricordatelo: abbiamo camminato in messo al fuoco per dirlo. Non siamo stati in silenzio. Non siamo stati silenziati. E quando la connessione sarà ristabilita, la verità sanguinerà attraverso i cavi, e il mondo saprà quello che ha deciso di non vedere.”

Non abbiamo altre parole. Solo l’immagine di questa bambina palestinese che ancora riesce a giocare ma guarda il cielo per sapere se sta per morire. Solo la consapevolezza che la Resistenza continua ad esistere e a colpire il nemico occupante perchè ancora rappresenta il cuore del popolo palestinese.
Ma le parole sono finite. Ora proviamo solo odio e un ringraziamento alla nostra umanità di militanti internazionalisti che non ci farà mai diventare disumani come loro. Feroci contro gli assassini e la loro ideologia di morte ma mai disumani. Ringraziamo con orgoglio il sentirci parte di quell’umanità che un giorno ribalterà il tavolo imbandito del vostro potere e delle vostre guerre. Che non cambierà la sua dignità per la vostra ricchezza. Anzi vi affogherà in essa.
E’ scritto nella storia! Intifada fino alla vittoria.
Con il popolo palestinese e la sua Resistenza
Contro l’aggressione sionista e imperialista
BASTA PAROLE. NON C’E’ PIU’ TEMPO! FERMIAMO IL GENOCIDIO SUBITOI!
Per una Palestina libera dal sionismo. Una Palestina di pace e convivenza abitata da palestinesi senza distinzione di religione, sesso o “etnia”.
Una Palestina terra di pace tra uguali con pari diritti senza più discriminazione.
Le compagne e i compagni del Csa Vittoria
info@csavittoria.org – csavittoria.org
Ricordiamo che continua la raccolta fondi per Gaza. Per informazioni sulle modalità dei contributi e il rendiconto aggiornato guardare il sito ricostruiamoasilovik.it
Il pensiero dialettico di Karl Marx è per noi punto di riferimento sempre in evoluzione. Speriamo che anche questa volta, pur schiacciati dalla sofferenza immane del popolo palestinese che sentiamo fortissimamente nostra, di essere riusciti a stare nella forbice tra meccanicismo economico e idealismo borghese, pescando a piene mani nella connessione stretta tra struttura e sovrastruttura, tra processi economici e i condizionamenti del pensiero umano.
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