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SABATO 2 AGOSTO CORTEO A MILANO NON C’E’ PIU’ TEMPO FERMIAMO IL GENOCIDIO SUBITO!

Partenza ore 18 Piazzale Lodi
(fermata Lodi Tibb M3 gialla)
con Termine in piazza Corvetto
(fermata Corvetto M3 gialla)

Bombardamenti, fame e sete come strumenti di genocidio. Parlano di tregua e bombardano tende e sfollati, parlano di riconoscimento dello stato palestinese (dove?) ma continuano a mantenere rapporti economici, politici e militari con l’entità sionista israele. Parlano di aiuti umanitari e fanno passare solo 10 camion in un giorno, cosi tutti i criminali che guidano i governi si mettono l’anima in pace!
Noi siamo dalla parte del popolo palestinese e della sua Resistenza e tu?

CHI NON SI SCHIERA E’ COMPLICE

Il genocidio del popolo palestinese per mano dell’entità sionista Israele è solo l’espressione più violenta, brutale e arrogante del colonialismo europeo e occidentale. Il genocidio del popolo palestinese per mano dell’entità sionista Israele è la conseguente prosecuzione dell’occupazione della Palestina del 1948 fondata sulla subcultura del colonialismo sionista ebraico impregnato di razzismo e suprematismo religioso. Il genocidio del popolo palestinese è permesso dalla più completa IMPUNITA’ garantita dalle armi e dalla protezione politica dell’imperialismo statunitense (e non solo) e dalla COMPLICITA’ dei governi europei e dal governo Meloni. Il genocidio del popolo palestinese cesserà quando l’entità sionista Israele sarà isolata e circondata da un muro armato dal disprezzo internazionale che interrompa ogni livello di collaborazione politica, economica e militare. Far si che questo accada è il compito della mobilitazione popolare spazzando via come rifiuto della storia, la criminale e strumentale sovrapposizione tra ebraismo e sionismo.Queste sono riflessioni certamente assunte e condivise dalle migliaia di donne e uomini che hanno attraversato in ogni direzione la città di Milano e l’intera Italia ormai da quasi 22 mesi e che ancora riempiono piazze e strade per fermare il genocidio per bombe, fame, sete, malattie, la pulizia etnica e la deportazione forzata. Ma genocidio non è solo l’azzeramento fisico di un popolo o di una sua parte. Genocidio è anche il tentativo di cancellarne la lingua, le tradizioni, la cultura e le diverse religioni praticate. Mai possiamo dimenticarci o relegare alla casualità la distruzione, invece sistematica e scientifica, da parte dei macellai in divisa dell’esercito dell’entità sionista Israele, di scuole e luoghi di culto, ogni scuola e ogni luogo di culto, perchè la cultura, la storia, le tradizioni e anche la convivenza tra religioni diverse sono le componenti essenziali che contribuiscono a definire l’identità collettiva e le radici del popolo palestinese e quindi, per l’occupante sionista, vanno soppresse e sradicate perchè non riemergano con la forza delle radici dell’ulivo infatti simbolo della vita e della Resistenza palestinese. Lasciamo ora alla chiarezza dell’esposizione di Chris Hedges (premio Pulitzer statunitense del quale sottoscriviamo la denuncia del genocidio e della complicità occidentale senza condividerne ogni giudizio politico) la spiegazione lucida dell’ approccio ideologico del colonialismo europeo ai popoli colonizzati. 

Da pag. 94 di “Un genocidio annunciato” 

 …”Quando gli occupati rifiutano di sottomettersi, quando continuano a resistere, facciamo cadere ogni finzione della nostra missione “civilizzatrice” e scateniamo, come a Gaza, un’orgia di massacri e distruzioni. Diventiamo ebbri di violenza. Questa violenza ci fa impazzire. Uccidiamo con ferocia inaudita. Diventiamo le bestie che accusiamo gli oppressi di essere. Sveliamo la falsità della nostra decantata superiorità motrale. Sveliamo la verità della civiltà occidentale: siamo gli assassini più spietati ed efficienti del pianeta. Solo questo assicura il nostro dominio, che non ha nulla a che vedere con la democrazia o la libertà. Questi sono diritti che non garantiremo mai agli oppressi” e continua …“Il genocidio è il cuore del colonialismo occidentale. Non è esclusivo di Israele. Non è esclusivo dei nazisti, E’ la pietra angolare della dominazione occidentale” …

Parole come proiettili sparati al cuore del “nostro” suprematismo conscio o inconsapevole per individualismo, ignoranza o mala fede.

“Noi” occidente arricchito e prosperato sulla razzia della vita di altri popoli. “Noi” razza bianca, “noi” Europa dei grandi concerti contro la fame con i quali mettiamo a posto le nostre coscienze. “Noi”, con la meschinità e l’ipocrisia tutta occidentale, capaci di piangere per un singolo bambino che soffre ma ci voltiamo dall’altra parte davanti ad un genocidio e sempre “noi” capaci di ogni lordura etica, di ogni violenza e stupro “culturale” nei confronti dei popoli del sud del mondo globale che abbiamo depauperato di ogni risorsa e di ogni possibilità di riscossa. “Noi” che …aiutiamoli a casa loro”. “Noi” che distruggiamo e inquiniamo irrimediabilmente pezzi di pianeta per il profitto. “Noi ” delle guerre umanitarie contro popoli “sottosviluppati” in cui vogliamo esportare la “nostra” democrazia. “Noi” che devastiamo e ci arrichhiamo nella ricostruzione. “Noi” che isoliamo e diffidiamo di ogni diversità e costruiamo ghetti e muri riproducendo razzismo e pregiudizio. “Noi” che scambiamo integrazione con assimilazione. “Noi” che comandiamo. E tutto questo ha profondamente a che fare con la giustificazione del genocidio in Palestina. 

Ma è un “noi” a cui bisogna ribellarsi semplicemente perchè non esiste un noi. Non esiste un “noi” oggettivo ma è una scelta soggettiva che possiamo e dobbiamo fare. Perchè esistono due lati della barricata. Da una parte gli interessi degli imperialismi mondiali e dall’altra il sud globale. Da una parte gli interessi delle classi borghesi al potere e dall’altra gli interessi delle classi lavoratrici e delle sfruttate e degli sfruttati in tutto il mondo. Potere economico e comando da un parte e sfruttate e sfruttati dall’altra. Tutto si riduce alla lotta tra chi il profitto lo produce e chi il profitto lo intasca e, mai sazio, produce guerre. Basta scegliere di non stare con “loro”, le classi al potere che decidono della vita di miliardi di persone sul nostro pianeta, che decidono di guerra, della nostra vita o della nostra morte in funzione del “loro” arricchimento in funzione di un modello economico capitalista che è in una crisi strutturale fatta risaltare per il decadimento dei rapporti sociali che ne conseguono.  Perchè esiste un sistema economico sociale e “culturale” in declino costruito sulle differenze di classe, sulla discriminazione, sul comando e sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sull’uomo sulla donna e sul pianeta ormai depredato della possibilità di riprodursi. Perchè il colonialismo è stato ed è uno strumento di arricchimento ai danni delle classi e delle popolazioni colonizzate e il genocidio palestinese è uno spartiacque della storia dell’umanità in quanto simbolo dell’oppressione del colonialismo occidentale. E l’oppressione e la violenza coloniale che obbliga alla sottomissione, riduce diritti, costruisce muri dell’apartheid produce inevitabilmente ribellione. 

A chi ancora per ignoranza, disinteresse o malafede ma anche sostanzialmente per una forma di diffidenza identificabile con il pregiudizio razzista islamofobo, parla a a sproposito della ribellione palestinese del 7 ottobre 2023 senza connotarla storicamente nel tentativo di criminalizzare la Resistenza, rispondiamo con l’esempio storico che arriva direttamente da 2 episodi della storia dell’ Olocausto che ne spiegano chiaramente il senso e la valenza simbolica di liberazione pur nella consapevolezza dell’annientamento che ne sarebbe seguito.  

– Il 19 aprile del 1943 la popolazione del Ghetto di Varsavia, pur sapendo che nessuno sarebbe sopravvissuto, si ribellò con le armi e con ogni mezzo al futuro di lavoro forzato e morte nelle camere a gas. Dopo giorni di combattimento le SS entrarono in forze nelle strade del ghetto procedendo all’eliminazione con bombe e fucilazioni la popolazione già provata da fame e privazioni.  

Sapevano che la loro ribellione avrebbe prodotto strage e morte ma si ribellarono contro il nazismo. Il vice comandante Marek Edelmann, sopravvissuto fortunosamente allo sterminio, riferendosi nel dopo guerra alla nascita dell’entità sionista israele, dichiarava che il sionismo era un’ideologia razzista utilizzata per il furto di terra palestinese e che la Shoah non doveva essere utlizzata per opprimere il popolo palestinese. Si schierò invece con i palestinesi affermandone il diritto a lottare con le armi per la propria liberazione come avevano fatto lui e il suo popolo del Ghetto contro il nazismo. Marek Edelman decise di rimanere a vivere in Polonia invece che occupare la casa di una famiglia palestinese azzerandone l’esistenza. – Un altro episodio di rivolta eroismo ci arriva dal 

14 ottobre 1943 con la rivolta nel campo di concentramento nazista di Sobibor quando un gruppo organizzato di prigionieri ebrei tra cui molti militari dell’ Armata Rossa Sovietica, si ribellarono al futuro di schiavitù e morte attaccando con coltelli artigianali e armi di fortuna le sentinelle naziste. L’attacco permise la fuga di molte centinaia di internati del campo che successivamente furono rintracciati e uccisi barbaramente dalle SS. Sapevano di morire ma ci provarono lo stesso perchè quel respiro di libertà fuori dal campo valeva il rischio se non la certezza di essere uccisi. 

La spinta innata verso la libertà a costo di ogni sacrificio lega la storia di quegli episodi di eroismo con la lotta di Liberazione del popolo palestinese che prova da sempre a rompere le catene della sottomissione al sionismo che giorno dopo giorno erode e strappa loro libertà, identità, terra, acqua e la stessa vita. Un messaggio di liberazione che il popolo palestinese sta consegnando alla storia e agli altri popoli del mondo.

Aprile 1943. Foto di civili fucilati dai nazisti nel Ghetto ebraico di Varsavia dopo la rivolta.
Come Gaza oggi.

MA ORA FERMIAMO IL GENOCIDIO SUBITO!

NON C’E’ PIU’ TEMPO! Ingresso immediato a Gaza delle migliaia di camion fermi all’ingresso dei valichi di frontiera. Cibo, acqua, medicine, carburante, tende, materiale ospedaliero, aiuto logistico al popolo gazawi e in Cisgiordania preda delle mire espansionistiche del sionismo. Ogni aiuto umanitario deve essere distribuito dalle organizzazioni Onu e internazionali con una distribuzione capillare in ogni luogo di Gaza e anche in Cisgiordania. Il presupposto del dispiegamento di questo piano umanitario, ormai INDISPENSABILE per la sopravvivenza del popolo palestinese, è che l’esercito dell’entità sionista Israele si ritiri in primo luogo da Gaza e dalla Cisgiordania “occupata”. Avvio di trattative per il rilascio di ogni prigioniero (più di 10.000 palestinesi sono rinchiusi arbitrariamente nei lager sionisti),
Una volta ripristinata la garanzia esistenziale del popolo palestinese, una volta purtroppo solo tamponati gli effetti irreversibili dell’aver vissuto nella fase 5 della mancanza di alimentazione (carestia e fase grave e più critica per la sopravvivenza, come viene definita dall’ Onu World Food Programme), il popolo palestinese e le sue organizzazioni della resistenza penseranno al futuro e all’ avvio di un processo di libera AUTODETERMINAZIONE che si basi sull’eliminazione dell’occupazione sionista e si fondi sulla prospettiva di un’unica Palestina senza più discriminazione e con identici diritti per tutte e tutti. 

Per questo denunciamo e rigettiamo come criminale e subordinata agli interessi dell’entità coloniale sionista israele la soluzione dei  “2 POPOLI IN 2 STATI”. Questa scientifica truffa parte da lontano e di cui gli accordi di Oslo del 1993 ne hanno rappresentato l’apice e insieme la conclusione definitiva. La cessione di grandi fette di territorio palestinese all’occupante sionista in cambio del riconoscimento ufficiale di uno “Stato Palestinese”, ha mostrato di avere i piedi affondati nel fango della menzogna sionista. A fronte della costruzione di aree di parziale autonomia palestinese sempre e comunque subordinate e strozzata dal cappio dell’arbitraria gestione e controllo israeliano del flusso economico prodotto dall’esportazioni palestinese, l’entità sionista-Israele ha continuato a espandersi contravvenendo ad ogni accordo, già al ribasso e vettore di sottomissione al regime sionista. La direzione dell’Organizzazione della Liberazione della Palestina, sbagliando, sperava che questo fosse un piccolo passo indietro che potesse permettere, in un prossimo futuro, un grande rilancio della lotta di Liberazione. Ma aveva fatto male i conti con il progetto sionista della “Grande Israele” – Eretz Yisrael – che considera l’autodeterminazione un diritto esclusivo del popolo ebraico. La stessa definizione teorica per la Cisgiordania di zone A,B,C, gestite in maniera differenziata, decretava di fatto la legalizzazione della discriminazione “razziale” dei palestinesi sulla loro terra come primo passo verso l’appropriazione totale come infatti sta avvenendo quotidianamente per mano di coli armati e protetti dall’ IDF.

Ricordiamo, a chi ancora non lo sapesse, che la zona A doveva rappresentare il 18 % del territorio della Cisgiordania e avrebbe dovuto essere gestita autonomamente dall’Autorità Nazionale Palestinese. La zona B doveva essere il 22 % e dovrebbe avere avuto una gestione condivisa tra A.N.P. e la forza d’occupazione sionista – All’ A.N.P. è appaltata la gestione economica. sanitaria e dell’ istruzione e all’ entità sionista il controllo  della sicurezza interna che consiste in permesso permanente di incursioni mirate per reprimere ogni forma di dissenso e resistenza. –  La zona C, il 60 % della Cisgiordania teoricamente assegnata all’ A.N.P., è invece stata controllata in ogni sua decisione, dall’entità sionista Israele. L’uso dell’imperfetto e del condizionale nell’attribuzione delle zone è determinato dal fatto che non è mai stato rispettato neanche questo accordo (al quale si erano opposte le formazioni della sinistra marxista e quelle di matrice islamica) ed è stata praticata, già immediatamente dopo la firma degli accordi, una continua erosione di terra palestinese, un continuo processo di costruzione di colonie ebraiche sioniste fino all’ oggi dove, sotto gli occchi del mondo intero, si consumano progrom quotidiani contro i contadini palestinesi e le loro famigle con il furto di terra, di case, di bestiame insieme alla distruzione di ogni possibilitò di sostentamento per costringerli alla fuga e ad un futuro da profughi. E l’ A.N.P. arretra giorno gopo giorno e anzi collabora nell’opera di repressione armata, contro la Resistenza, con la scusa di non esporre la popolazione a ritorsioni …………Tutta questa arroganza, tutta questa violenza, il costante furto della vita del popolo palestinese sia a Gaza che in Cisgiordania, il genocidio stesso sono la fotografia del progetto coloniale dell’entità sionista Israele che considera l’affermazione di una possibile identità statale palestinese, qualsiasi forma prenda, un diritto da non riconoscere, una minaccia da seppellire sotto macerie piene di sangue. Un’altra ipotesi che sta emergendo in questi ultimi giorni, per non scontentare l’immagine “pacificatrice” del fascista amerikano e rabbonire le pressioni internazionali sulla spinta delle mobilitazioni poplari, potrebbe essere quella dell’annessione totale della Cisgiordania e di Gaza all’entità sionista Israele e la creazione di piccoli “bantustan”, piccole entità con la gestione amministrativa lasciata in mano a palestinesi servi corrotti del sionismo come l’ A.N.P., senza alcuna continuità territoriale. Questa sarebbe la pax americana.

Un colonialismo nella sua forma più letale, non solo sfruttamento discrezionale e arbitrario di mano d’opera a basso costo (anche), non solo sfruttamento di risorse naturali (anche), ma azzeramento e deportazione della popolazione nativa palestinese. Un piano molto simile al genocidio dei popoli indigeni americani nel centro e sud america incominciato nel 1492 e culminato nella metà del 19° secolo con le “guerre indiane” che portarono all’annientamento delle tribù dei nativi americani o nella loro deportazione nelle famigerate “Riserve Indiane” equiparabili alla “Città Umanitaria” in cui gli USA, ritenuti fino a ieri il faro della democrazia mondiale, e l’entità sionista coloniale Israele vogliono rinchiudere chi sopravviverà a quello che passerà alla storia come l’ Olocausto palestinese. La premessa alla deportazione di massa come ultima fase della pulizia etnica e del genocidio è quello di inchinarsi davanti alla potenza militare e all’impunità dello stato ebraico. E’ quella di provare a incidere con lettere rosso sangue nella coscienza collettiva del popolo palestinese, con il martirio di centinaia di migliaia di donne uomini bambine e bambini, con le bombe, le torture, la fame il terrore quotidiano, la consapevolezza di essere destinati alla sconfitta, di avere perso storicamente la propria identità culturale e il proprio

Diritto all’esistenza come palestinesi in Palestina.

Ma questo non accadrà mai. la Resistenza armata vive e si nutre del suo radicamento nel popolo palestinese, nella sua cultura, nel suo orgoglio e nella sua dignità. Il Sumud, la capacità di sopravvivere e insieme di reagire lottando per la sua liberazione è il segno distintivo del popolo palestinese che resiste, con ogni mezzo necessario fino al martirio, a 100 anni di dominazione prima britannica e ora sionista.

Con la Palestina nel cuore!

Le compagne e i compagni del Csa Vittoria

info@csavittoria.org – csavittoria.org

Ricordiamo che è ripartita la 4° raccolta di fondi per Gaza.

Chi volesse contribuire vada subito sul sito ricostruiamoasilovik.it 

dove potrà trovare informazioni sui destinatari e sulle modalità del versamento.

RIPORTIAMO IL COMUNICATO UFFICIALE DELLA RESISTENZA PALESTINESE UNIFICATA

Sulla guerra per fame e genocidio contro il popolo palestinese. Dichiarazione delle forze della ResistenzaI fronti palestinesi osservano con profonda preoccupazione e totale mobilitazione popolare il crimine sistematico di genocidio che sta subendo il nostro popolo nella Striscia di Gaza, che fa parte della guerra della fame, dei bombardamenti su vasta scala e dell’assedio totale, condotti dal criminale governo sionista occupante di Netanyahu, con l’immediato e scandaloso sostegno dell’amministrazione statunitense, e la vergognosa partecipazione internazionale e il sospetto silenzio dell’Unione Europea e degli organi istituzionali della comunità internazionale.Il nostro popolo sta entrando nel suo ventiduesimo mese di guerra aperta e totale, che ha superato i bombardamenti, gli omicidi e la distruzione, per includere l’uso della fame e dell’assedio medico e umanitario attraverso il deliberato blocco di cibo e aiuti medici preventivi, nel disperato tentativo di sottometterlo e spezzarne la volontà.Ciò a cui è sottoposta la Striscia è considerato un crimine di guerra secondo le leggi e i regolamenti internazionali, e un crimine contro l’umanità secondo tutti gli standard, superando in violenza, criminalità e sadismo i crimini del nazismo e del fascismo.Di fronte a questi crimini continui, confermiamo quanto segue:1. Riteniamo il criminale di guerra Netanyahu e il suo governo fascista pienamente responsabili delle politiche genocidarie e di guerra della fame che stanno conducendo contro oltre due milioni di palestinesi, in un crimine organizzato che costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario e delle Convenzioni di Ginevra.2. Riteniamo il governo statunitense, in quanto principale partner e sostenitore del governo criminale di Netanyahu, pienamente responsabile del protrarsi di questa brutale aggressione e del fallimento del processo negoziale a causa della mancanza di una seria pressione sul governo occupante affinché ponga fine ai suoi crimini.3. Denunciamo il sospetto silenzio internazionale, in particolare dell’Unione Europea, e riteniamo che la debolezza delle Nazioni Unite e l’inerzia della comunità internazionale incoraggino l’occupazione a continuare i suoi crimini contro il nostro popolo assediato nella Striscia di Gaza.4. Affermiamo che questi crimini rivelano chiaramente le intenzioni del governo occupante, che non cerca la pace né un accordo, ma mira a svuotare la terra e imporre un piano di sterminio e sfollamento forzato.5. Avvertiamo che continuare con questo approccio potrebbe influire negativamente sul processo negoziale e aprire la porta a possibilità di escalation, rendendo il governo “israeliano” e i paesi che lo sostengono responsabili.6. Facciamo appello alle masse del nostro popolo palestinese ovunque si trovino, alla nostra nazione araba e islamica e ai popoli liberi del mondo, affinché intensifichino gli sforzi popolari, politici, mediatici e di massa, esercitando pressioni sui movimenti per fermare questo crimine continuo, porre fine all’assedio ingiusto e sventare il piano di sterminio attuato dallo Stato occupante con il sostegno degli Stati Uniti e l’inerzia internazionale.7. Facciamo appello a tutti gli attivisti in solidarietà con il nostro popolo palestinese in tutto il mondo affinché intensifichino le loro azioni e uniscano gli sforzi per fare pressione sui loro governi affinché cessino il loro sostegno e la loro complicità con il governo fascista di Netanyahu e lavorino per porre fine alle politiche di sterminio e di fame che vengono attuate contro il nostro popolo e per ottenere giustizia e libertà per la Palestina.8. Alla luce di questa tragica situazione, rinnoviamo il nostro impegno nei confronti delle masse del nostro popolo che, pur condividendo il loro dolore e la loro sofferenza, continueremo i nostri sforzi per porvi fine e portare avanti la scelta della resistenza totale fino a quando l’assedio non sarà spezzato, la nostra aggressione per fermare e raggiungere gli obiettivi del nostro popolo per la liberazione, il ritorno e l’indipendenza.Movimento di Resistenza Islamica HamasMovimento Jihad Islamica PalestineseFronte Popolare per la Liberazione della PalestinaFronte Democratico per la Liberazione della PalestinaIniziativa Nazionale PalestineseFronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale

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