Sabato 11 luglio abbiamo fatto un importante passo in avanti per sedimentare il PATTO D'AZIONE per un fronte di classe anticapitalista

Inviato da redazione il Mar, 14/07/2020 - 17:53
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patto d'azione


Dopo l'assemblea di sabato 11 luglio questo è il primo commento che ci è sorto spontaneo.
Abbiamo assistito ad un' assemblea e ad un franco confronto senza ruoli tra molti compagni e compagne di sindacati conflittuali, centri sociali, partiti e organizzazioni politiche che hanno, a nostro parere, dato effettivamente il via, dopo mesi di confronto in rete e la mobilitazione nazionale del 6 giugno, ad un percorso che si è ancor maggiormente precisato e specificato.

Sarebbe impossibile riprodurre tutti i contenuti espressi nell'assemblea, ma vogliamo sottolineare gli interventi di alcuni compagni che hanno sviluppato il quadro di contesto economico/ politico generale di attacco alla classe nelle sue mille componenti e di come questo la possa purtroppo trovare ancora frazionata, divisa e in ritardo in relazione ad una necessaria risposta non solo economica e vertenziale ma anche sul piano di una risposta politica più complessiva per una trasformazione in classe "per se".

Un aspetto estremamente positivo che abbiamo colto è stata l'assunzione della responsabilità di ognuna delle situazioni presenti di agire come elemento propagatore dello spirito unitario e inclusivo di questo percorso che pone come unica discriminante l'accordo sulle proposte della piattaforma.

Questo elemento è molto importante e sostanziale perchè, senza volerci nascondere la realtà, esistono  altri diversi circuiti di confronto e aree politiche ancora da coinvolgere unitariamente senza primogeniture di sorta, ma con anzi l'obiettivo primario di mettere a confronto le diverse esperienze di lotta .

L' obiettivo ambizioso della sfida che tutti abbiamo colto e fatto nostro, è quello della costruzione di un ambito politico unitario di confronto in chiave anticapitalista.
Un patto d'azione che lavori e che abbia senso di esistere come propulsore alla formazione di un blocco sociale, di un fronte di classe che ricomponga le lotte alzando l' asticella del conflitto.

Uno strumento collettivo d' intervento sempre più organico al raccogliere forze e rilanciare un punto di vista e un'opzione di classe per incentivare,attivare valorizzare in termini più ampi di massa possibile la visione più complessiva di un'alternativa di classe alla società capitalista a partire da un necessario processo di ricomposizione dei diversi soggetti sociali e dei diversi luoghi del conflitto all'interno di un' unico fronte i classe.

 

Un percorso quindi politico utile non solo a dar supporto alle vertenze più importanti ma che si debba far carico, nel rispetto dell'autonomia di ogni struttura che ne fa parte, di costruire ragionamento e confronto tra le diverse specificità d'intervento e sensibilità politiche  reimparando, abbiamo sottolineato noi, un nuovo modo di relazionarci anche tra realtà differenti.
La situazione lo richiede, se siamo in grado di uscire dal piccolo ghetto delle proprie specificità, cogliendo e valorizzando lo spirito unitario che si è respirato nell'assemblea, senza nascondersi differenze e opzioni diverse, ma affrontandole nella materialità dello scontro di classe all'interno di un progetto comune.
Uno strumento di discussione aperta che deve vivere in relazione alla sua capacità di essere da stimolo per ciò che riguarda la crescita complessiva di un fronte di classe dal punto di vista politico e valoriale facendosi anche carico di una battaglia antisessista dentro e fuori i movimenti.

Alcuni compagni hanno anche sollecitato un ragionamento comune su un nuovo dato che sta emergendo ;
L'analisi delle rivolte in usa iniziate sulla base di una forte rivendicazione antirazzista come risposta alla violenza razzista di stato per poi trasformarsi in una protesta ben più ampia, come anche delle manifestazioni in sud america (Brasile) nate da particolari condizioni contingenti che sono state in grado di catalizzare rivendicazioni economiche trasversali e proteste politiche più complete, ci dice che in una situazione di crisi cosi economica ed esistenziale cosi diffusa e devastante, la "miccia" può essere accesa da contraddizioni non direttamente o immediatamente ascrivibili al conflitto capitale - lavoro ma su terreni ad esso collegate come casa, sanità istruzione, marginalità ed esclusione sociale, proletarizzazione dei ceti medi.
Questo implica uno sforzo di ragionamento unitario per sviluppare una lettura da un punto di vista di classe di queste contraddizioni per non consegnare settori di proletariato al nemico di classe.

Un' altra contraddizione della quale farsi coscientemente carico emersa nel dibattito è quello della valorizzazione delle lotte delle donne proletarie che vivono la doppia contraddizione, sia quella di genere sia quella interna al conflitto con il capitale come soggetto sul quale sono stati scaricati i costi maggiori della crisi covid.

Per chiudere questo nostro brevissimo contributo vogliamo ricordare il nostro breve intervento che ha cercato di affrontare più pragmaticamente la questione sostanziale  del metodo, dell'esercizio della democrazia dal basso che è difficile ancor di più per la disabitudine al confronto che regna tra i compagni e che quindi merita molta attenzione nel rispetto delle dinamiche di correttezza politica che con essa devono essere valorizzati.

Abbiamo raccolto tutte e tutti questa sfida e questa prima assemblea ci da il segno positivo di quanto il messaggio sia stato colto e fatto proprio da tutte e tutti e questo è certamente un buon trampolino di lancio.
Quanto potremo raggiungere dipenderà solo dal nostro impegno.