Venerdì 14giugno tutte e tutti al consolato Usa: Gaza è la fotografia della morte irreversibile della civiltà occidentale

Inviato da redazione il Gio, 13/06/2024 - 06:52
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Invitiamo tutte e tutti a partecipare  
VENERDI 14 Giugno ore 18,00
al presidio davanti al consolato Usa di Milano
Via Principer Amedeo 2/10 - M3 via Turati - 
indetto dalle Associazioni e dalle Comunità Palestinesi
 
GAZA E' LA FOTOGRAFIA DELLA FINE IRREVERSIBILE DELLA "CIVILTA' OCCIDENTALE".
Sono almeno 270 i morti accertati e più di 600 i feriti nel campo profughi di Nuseirat dopo i bombardamenti israeliani e l'aggressione via terra con la presenza determinante di militari Usa per la liberazione di 4 ostaggi (1 militare e 3 riservisti).
 
La tanto decantata "civiltà occidentale" è morta.
La decimazione nazista, che prevedeva l'esecuzione di 10 civili per ogni militare nazista ucciso, è stata abbondantemente superata dal nazismo sionista con la protezione Usa e del blocco imperialista occidentale nel quale sgomita per guadagnarsi il premio fedeltà il governo MeloniSalviniTaiani.
 
La deformazione della realtà e delle coscienze è tale che l'informazione di regime non commenta l'assalto al campo profughi e il bombardamento a tappeto sulla popolazione civile come qualcosa di eccezionalmente mostruoso ma, al contrario, viene esaltata solo la liberazione di 4 prigionieri israeliani. 
Ben pochi  singoli "giornalisti del libero occidente" ricordano che i prigionieri palestinesi, arbitrariamente rastrellati a Gaza e in Cisgiordania e ora in mano dell'entità sionista Israele, siano più di 10.000 mantenuti in una condizione di perenne tortura, bendati e percossi,  contraria ad ogni convenzione internazionale fino alla segnalazione, da parte di medici israeliani; di diversi casi di amputazione da cancrena a causa delle fascette di contenimento strette all'eccesso.
Da quanto viene riportato da giornali israeliani sono ufficialmente saliti a 35 i prigionieri palestinesi ... morti durante la detenzione in Israele.
Nessuno fa notare che testimoni oculari e media israeliani  testimonino che le forze speciali, partite dal molo provvisorio Usa, siano state trasportate su mezzi ufficialmente destinati agli aiuti umanitari e che Il governo israeliano, presieduto dal terrorista Netanyahu, abbia sempre "giustificato" la distruzione di ospedali, autoambulanze, scuole, chiese, moschee e centri di accoglienza dell'Urnwa proprio addebitando alla Resistenza Palestinese la responsabilità del loro utilizzo.
 
Ma il racconto è sempre ed esclusivamente a senso unico perchè l'assoluzione per il genocidio Palestinese in corso deve essere assoluta e senza macchie.
La tv di stato, ad esempio, ci fa conoscere nome e cognome del riservista italo-israeliano morto al confine con il Libano, conosciamo le facce dei suoi genitori e le lacrime di sua moglie,  ma non conosciamo i nomi e i visi delle 40.000 donne, uomini, bambine e bambini uccise, bruciate, amputate e dilaniate, dei quasi 82.000 feriti che non è possibile curare. Non conosciamo la vita, i sogni e le speranze degli oltre 10.000 palestinesi che risultano "dispersi" sotto le macerie e interrati in fosse comuni dalla disumanità sionista  e dal suprematismo razzista israeliano dal 7 ottobre ad oggi.
 
In questo momento non c'è tragicamente alcun elemento che ci possa far sperare in un qualche miglioramento della situazione. 
La comunità internazionale prova a ripulirsi la coscienza alzando flebilmente la voce e iscrivendo Israele nella lista nera dei paesi in cui non vengono rispettati i diritti dei bambini ma, parallelamente, non ne consegue alcuna concreta pressione economica o militare.
La stessa faida interna al governo dei criminali Ganz e Netanyahu (per il quale è stato richoiesto il mandato di cattura internazionale dalla Corte Penale) si gioca sulla pelle del popolo Palestinese.
 
La stessa onda nera che si propaga elettoralmente in Europa da il segno di una copertura al regime genocida. 
I governi filo padronali e liberisti di Francia, Germania e Austria si dovranno confrontare con organizzazioni sempre più fasciste, nazionaliste e certamente razziste, xenofobe e islamofobe. 
Mentre in italia cresce l'astensionismo, soprattutto nelle classi subalterne per la mancanza cronica di fiducia nella possibilità cambiare con il voto la gestione della "res publica", si consolida il governo MeloniSalviniTaiani utile servo del blocco imperialista occidentale e organicamente complice dell'orrendo genocidio del popolo Palestinese. L'ipocrisia è tale che mentre ripete il vuoto e impraticabile e mantra di 2 popoli in 2 stati, nel frattempo, ligi agli ordini Usa, il governo Meloni non riconosce il già vuoto diritto ad uno stato Palestinese.
 
NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA!
Nel frattempo i blocchi imperialisti hanno superato il confine del  fronteggiamento armato trascinando l'intero pianeta in un'escalation di corsa agli armamenti verso una prossima guerra mondiale con l'utilizzo di bombe nucleari.
La crisi economica produce concorrenza e guerra ed è necessario il massimo impegno per coniugare il no alla guerra imperialista con la lotta contro il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro in un quadro di tendenza alla trasformazione della stessa democrazia parlamentare borghese in una forma accentuata di democrazia autoritaria
 
CONTRO IL GENOCIDIO NON SI TACE!
NESSUNA GIUSTIZIA NESSUNA PACE!
 
La nostra speranza e ogni nostro investimento politico è nella continua mobilitazione anticapitalista dei lavoratori, degli studenti , degli immigrati di ogni etnia che pagano ogni giorno il razzismo di stato, è nelle "sensibilità democratiche" che non si sono fatte annebbiare la ragione e la richiesta di verità sulla sporca guerra colonialista suprematista e genocida dichiarata da Israele al popolo Palestinese.
 
La nostra massima solidarietà va al popolo Palestinese che sopravvive in quella terra martoriata  e il nostro pieno sostegno va alla Resistenza Palestinese che dopo 8 mesi ancora combatte e fa si che si possa ancora parlare di Palestina
 
IL PROBLEMA NON E' SOLO NETANYAHU MA IL SIONISMO
IL COLONIALISMO, IL RAZZISMO E LA PULIZIA ETNICA A GAZA E IN CISGIORDANIA!
 
Cessate il fuoco subito!
Fuori le truppe d'occupazione dalla Palestina!
 
Venerdì 14 giugno ore 18,00
partecipiamo tutte e tutti alla mobilitazione davanti al consolato Usa di MIlano.
 
Csa Vittoria
 
Sostieni la ricostruzione dell'asilo Vittorio Arrigoni: www.ricostruiamoasilovik.it
 
DENUNCIA DELLE CONDIZIONI DI DETENZIONE NELLE CARCERI ISRAELIANE
Lettera dei familiari dei detenuti Palestinesi 
 
L’occupazione utilizza la politica della fame e nega ai prigionieri pasti nutrienti, o fornisce piccoli pasti malsani che non sono sufficienti e che rimangono esposti alla luce solare e alla polvere per molte ore finché non vengono rovinati prima di essere consegnati al consumo. I pasti avariati forniti non contengono né sali né zuccheri, il che ha causato affaticamento anche ai malati e ai bambini, che non riescono più a muoversi all’interno delle celle. Alcuni di loro hanno subito numerose perdite di coscienza. Coloro che sono stati rilasciati avevano perso peso e apparivano vicini a degli scheletri a causa di questa politica.
 
2. La politica sistematica di tortura fisica e psicologica subita dal prigioniero dal momento dell’arresto, durante l’interrogatorio e attraverso le percosse e gli insulti per disumanizzarlo durante l’invasione delle celle, oltre alle ingiuriose perquisizioni all’interno delle celle o durante il trasferimento dei prigionieri da una cella o sezione all’altra e fino al loro rilascio. La tortura è stata la causa principale del martirio dei prigionieri dall’inizio della guerra e negli ultimi decenni
 
3. Privazione dei mezzi per mantenere la pulizia, mentre l’acqua viene fornita solo due ore al giorno, ai prigionieri è consentito fare la doccia solo una volta alla settimana per cinque minuti per detenuto e non vengono forniti detergenti, come sapone e shampoo, il che ha causato lesioni cutanee che sono contagiose e dolorose, come la scabbia
 
4. Celle sovrappopolate, mentre le celle progettate per soli sei prigionieri sono occupate da 12 a 16 prigionieri. Durante il giorno viene interrotta l’energia elettrica, il che impedisce l’areazione della cella tramite ventilatori. L’elettricità è fornita solo dalle 23:00 alle 06:00. Le celle non hanno abbastanza materassi e coperte per permettere a tutti i prigionieri di dormire.
 
5. Reati sanitari per mancanza del requisito minimo di cura e follow-up.
 
6. Restrizione del lavoro per i team legali e divieto ad alcuni di visitare i prigionieri. Divieto di incontrare l’avvocato soprattutto durante la prima fase della carcerazione, che è la fase più importante per il destino di un detenuto.
 
7. Confisca di tutti gli effetti personali dei detenuti come vestiti e libri e isolamento totale dal mondo esterno dopo la confisca di televisori e radio. Molti prigionieri non hanno potuto cambiarsi i vestiti o lavarli per diversi mesi.
 
8. Durante il trasporto da una sezione all’altra, le forze di occupazione hanno sparato proiettili di gomma contro i prigionieri.
 
9. Ai detenuti non è consentito uscire nel cortile, se non per un’ora al giorno. La maggior parte dei giorni la “breve pausa” viene annullata per ragioni sconosciute.
 
Nelle circostanze sopra menzionate rinnoviamo le nostre richieste alla comunità internazionale di proteggere i nostri parenti e di fermare gli orribili crimini commessi contro di loro.
 
Le famiglie dei prigionieri di guerra palestinesi nelle carceri dell’occupazione israeliana
5 giugno 2024
o dopo la confisca di televisori e radio. Molti prigionieri non hanno potuto cambiarsi i vestiti o lavarli per diversi mesi.
 
8. Durante il trasporto da una sezione all’altra, le forze di occupazione hanno sparato proiettili di gomma contro i prigionieri.
 
9. Ai detenuti non è consentito uscire nel cortile, se non per un’ora al giorno. La maggior parte dei giorni la “breve pausa” viene annullata per ragioni sconosciute.
 
Nelle circostanze sopra menzionate rinnoviamo le nostre richieste alla comunità internazionale di proteggere i nostri parenti e di fermare gli orribili crimini commessi contro di loro.
 
Le famiglie dei prigionieri di guerra palestinesi nelle carceri dell’occupazione israeliana
5 giugno 2024