Per domenica 9 aprile 2017 alle ore 11.00 è indetta un’assemblea nazionale di confronto, che si svilupperà in più città (tra le altre Roma, Torino, Padova, Vicenza, ...), per la preparazione e l’organizzazione del prossimo sciopero generale del settore della logistica e del trasporto merci.
Nel momento in cui CGIL, CISL e UIL stanno trattando al ribasso con le controparti padronali il rinnovo del contratto nazionale di settore scaduto da numerosi mesi, le lavoratrici e i lavoratori organizzati nel S.I. Cobas e nell’A.D.L. Cobas decidono di intervenire con una propria piattaforma di lotta non subordinabile alle perdenti logiche della concertazione.
Una piattaforma che rappresenta la miglior sintesi del lungo ciclo di lotte ormai diffusosi ben oltre il perimetro della logistica (dalla metalmeccanica al distretto della carne emiliano, dal personale viaggiante del trasporto merci ai braccianti); che trova origine diretta nella materialità delle lotte e nella capacità (e raggiunta maturità) di consolidamento di rapporti di forza più favorevoli per la classe.
Una decisa inversione di tendenza in rapporti dati e considerati immutabili, non solo in termini di condizioni salariali, ma anche di lavoro e di tutela in un contesto produttivo ancor oggi dominato dal caporalato legalizzato delle cooperative e da livelli di sfruttamento elevatissimi e pressoché schiavistici.
Una piattaforma che ha il pregio e l’ambizione di non ridursi al solo piano sindacale o, comunque, all’impianto del contratto collettivo di categoria in discussione.
Ma che, al contrario, si pone obiettivi politici più complessivi, riproducibili e generalizzabili all’intera classe, per la costruzione delle condizioni per un rinnovato protagonismo operaio e per l’estensione e la diffusione del conflitto di classe. Ciò con la consapevolezza della necessità di rompere la marginalizzazione cui il padronato e il sindacalismo confederale complice, intendono relegare chi si oppone al mantenimento della subordinazione agli interessi padronali.
Dall’assoluto rifiuto della delega al sindacalismo concertativo (che ormai non riesce più a nascondere la sua funzione di assoluta complicità) che conduce, quindi, al superamento di quegli “accordi sulla rappresentanza” attraverso la costruzione di rapporti di forza reali che costringano il padronato all’interlocuzione riproducendo, su un piano più complessivo, ciò che già accade nei singoli magazzini e con le singole centrali della logistica (TNT, GLS, SDA, BRT, ecc.) investite negli anni dal fronte di lotta scatenato. E non semplice scelta di appartenenza a sigle sindacali conflittuali, ma reale unità di classe da intendersi non più e non solo come solidarietà tra sfruttati, ma anche quale capacità autonoma di rappresentare i propri interessi con la forza di imporli al padronato come già praticato nella quotidianità del conflitto e nei conseguenti risultati ottenuti. Risultati e tutele ora da generalizzare. La difesa del diritto di sciopero; il superamento della figura del socio-lavoratore e la reinternalizzazione alle dipendenze delle committenti; l’adeguamento salariale; la rivendicazione della riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e il rifiuto della produttività quale misura ultima della prestazione lavorativa; la tutela della salute e la garanzia della continuità del reddito; la previsione di clausole sociali per disarticolare i licenziamenti conseguenti ai continui cambi di appalto; il rifiuto della flessibilità; sono infatti tutti obiettivi unificanti e riproducibili per una possibile ricomposizione.
Ciò sebbene si stia assistendo alla progressiva recrudescenza della reazione padronale e dei livelli di criminalizzazione statale e della magistratura. Il coordinatore nazionale Aldo Milani del S.I. Cobas è ancora sottoposto a misure cautelari non revocate dal Tribunale del Riesame che, anzi, ha confermato la pretestuosa montatura e l’assurdo teorema della procura e della questura modenesi che equipara lo sciopero e la trattativa sindacale all’estorsione. I licenziamenti politici si moltiplicano, al pari della repressione poliziesca e degli sgherri assoldati dal padrone per affiancarla. Vili servi che la scorsa settimana sono arrivati a colpire con taser ilavoratori in sciopero fuori dagli stabilimenti Coca Cola a Nogara.
La valenza che lo sciopero in preparazione assume, travalica quindi la specificità della logistica e del trasporto merci e rappresenta una mobilitazione da sostenere e diffondere per rilanciare il conflitto e far emergere un punto di vista di classe e coerentemente anticapitalista dall’ internità nelle lotte che si sviluppano. Rigettando ogni ipotesi concertativa e rispondendo agli attacchi padronali e repressivi
Invitiamo quindi tutte le realtà politiche e sindacali, i singoli lavoratori e le singole lavoratrici, all’assemblea che si terrà:
DOMENICA 9 APRILE ALLE ORE 11.00
PRESSO IL CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO VITTORIA