Il compagno e amico Andrea "il tartaro" ci ha lasciato
Ci ha lasciato per un male improvviso e il suo cuore generoso si è fermato.
Perché il suo cuore era gentile e lui era affettuoso e generoso come sanno tutte e tutti i compagni e le compagne che lo conoscevano, al di là del suo aspetto che poteva sembrare burbero.
Sentivamo Andrea come uno/una di noi perchè Andrea era un compagno, un ragazzo diventato poi uomo che ha dedicato la sua vita a cambiare il mondo, convinto che questa non potesse essere l'unica società possibile e che gli uomini e le donne, le sfruttate e gli sfruttati di questo mondo avessero il diritto anzi si meritassero un futuro migliore.
Sentivamo Andrea uno/una di noi perché era parte di un progetto, di un percorso di vita, di una grande utopia destinata invece a potersi realizzare con lo sforzo, il sacrificio e la dedizione di tutte e tutti.
Ci siamo conosciuti nei primi anni '90, nella fase in cui i centri sociali, con un enorme entusiasmo, erano un polo attrattivo per migliaia di ragazze e ragazzi ma, fin dall'inizio, abbiamo condiviso con lui l'idea, la prospettiva, che non dovessero ridursi solo a produrre una generica "controcultura" , una socialità "alternativa" e non mercificata , a diventare "imprese sociali", ma dovessero mantenere il loro ruolo di sovversione ideologica e politica in maniera militante. Superando la marginalità sociale per praticare e vivere il conflitto come elemento cosciente in una prospettiva di classe.