LA SOLIDARIETA' NON SI FERMA! Tutte e tutti ancora in piazza contro il genocidio del popolo palestinese

Inviato da redazione il Mer, 20/12/2023 - 09:51
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SABATO 23 DICEMBRE CORTEO

delle Comunità e Associazioni palestinesi 

concentramento ore 15,00 Piazzale Loreto

con termine al Parco Trotter.

LA SOLIDARIETA' NON SI FERMA!!!!!!

tutte e tutti ancora in piazza

contro il genocidio del popolo palestinese

Sabato 23 dicembre invitiamo ancora tutte e tutti a partecipare in massa al corteo in solidarietà con il popolo Palestinese.

Contro il suo genocidio e la pulizia etnica utilizzata dai criminali sionisti israeliani per eliminare il popolo palestinese e la sua Resistenza.

È ormai l'undicesimo appello che scriviamo per sollecitare una partecipazione di massa alle iniziative a fianco del popolo Palestinese. Per facilitarci nel compito di prendere in mano il "bandolo della matassa", abbiamo pensato fosse utile tornare al linguaggio quasi discorsivo e "didascalico" del primo appello, fatto girare in occasione del primo corteo a Milano dopo il 7 ottobre, per provare a guardare da inclinazioni diverse la drammaticità della situazione in Palestina.

Facciamo, infatti, sempre più fatica a trovare le parole adatte per descrivere il terrificante massacro e le scene di indicibile sofferenza e terrore che arrivano da Gaza. La ferocia contro i Palestinesi è tale e così diffusa che a raccontarla, volta per volta, sembra ormai quasi di banalizzarla.

Un susseguirsi di orrori di cui, però, nessun mezzo d'informazione fornisce notizie approfondite, se non con parziali e "asettiche" fotografie di un massacro, che così producono assuefazione. Fotografie di un massacro, però, sempre sapientemente bilanciate e compensate dal lungo accorato ed empatico racconto, con dovizia di particolari, dei morti israeliani del 7 ottobre. 

Un massacro, invece, continuo e generalizzato di Palestinesi che deve essere rimosso dalla centralità della narrazione ufficiale filo-sionista di una guerra al cosiddetto "terrorismo", invece guerra dichiarata al popolo Palestinese che non è però solo guerra ma GENOCIDIO. 

Davanti alla rimozione di questo disumano orrore crediamo invece abbia sempre più senso continuare la nostra denuncia perché l'empatia, la solidarietà, il boicottaggio e la mobilitazione più ampia possibile sono le nostre armi per fermare il GENOCIDIO, per fermare i bombardamenti, per fermare la ferocia del regime suprematista israeliano.

Gli episodi di efferata ferocia bestiale di questi giorni sono tanti, troppi da raccontare: dalla bomba, per fortuna non esplosa, lanciata sull'ospedale pediatrico a Khan Younis che ha fatto comunque vittime, all' inimmaginabile massacro compiuto dall'esercito colonialista israeliano nell'ospedale Kamal Adwan contro malati e il personale medico. Decine di sfollati, malati e feriti sepolti vivi sotto le macerie, con il seguito dei bulldozer dell’esercito che hanno calpestato e distrutto le tende degli sfollati nel cortile dell'ospedale. La profanazione con i carri armati del cimitero nel quartiere Al-Falouja di Gazae ancora il vigliacco omicidio a sangue freddo, compiuto da un cecchino israeliano, di una donna anziana e di sua figlia che uscivano dalla Parrocchia cattolica della Sacra famiglia. Due donne inermi che avevano trovato rifugio insieme ad altre centinaia di persone dentro un luogo sacro.

Ma israele non si ferma, perché protetta armata e finanziata dall'amico americano che chiede solo fretta e "moderazione" per paura che si possa generalizzare il conflitto in tutta l'area.

Sono ormai ben più di 20.000 i morti (alcuni dati parlano dgazai quasi 26.000 tra morti e "scomparsi") tra la popolazione civile a Gaza, di cui almeno il  66% è composto da bambine, bambini, ragazze e ragazzi minorenni a cui bisogna aggiungere le centinaia di palestinesi assassinati dal piombo sionista in Cisgiordania e senza poter tenere conto del numero di corpi sepolti sotto le macerie dei bombardamenti israeliani.

Di fronte a questa immane strage continua, che ha preso la forma di un GENOCIDIO rivendicato dal governo sionista israeliano, quasi ci colpisce abbia fatto così diffusamente scalpore, la "normale" barbarie dell’omicidio di tre ostaggi israeliani che, a torso nudo e con in mano una bandiera bianca, hanno purtroppo commesso l'errore di fidarsi di una squadraccia sionista di vigliacchi in divisa che invece, per paura e abitudine, li hanno falciati con i loro mitragliatori. 

Pensavamo fossero Palestinesi!!! Questa è stata la loro inumana giustificazione. 

E’, evidentemente, l'ennesima piccola-grande tragedia tra le altre raccontate. Un'altra goccia nel mare dell'orrore di questi ultimi 75 giorni. 

Ci spiegano però bene lo stupore e l'allarme lanciato da molti giornali, incluso qualcuno di questi oggi con Israele per scelta di campo, da sempre invece vicini e con rapporti con la destra antisemita. Crediamo infatti che questo scalpore e questo stupore si siano prodotti, da una parte, per un'ovvia e giustificata polemica contro il terrorista Netanyahu, ma semplicemente e soprattutto perché israeliani come dalla "giustificazione" dei soldati assassini. 

E crediamo che, in questo abisso di disumanità della guerra, vada denunciato come questa sia una forma neanche troppo velata, di arabofobia e islamofobia.

La barbarie sopportata dai Palestinesi è invece purtroppo quotidiana normalità, mentre la barbarie originale è l'ordine di sterminare qualsiasi essere umano, donna, uomo o bambina e bambino si frapponga, con la sua stessa esistenza, al loro suprematismo sionista. 

Alla volontà di compiere un genocidio e una pulizia etnica in Palestina: una nuova NAKBA per il popolo Palestinese a Gaza come in Cisgiordania.

gaza

Il passaggio ideologico dalla concezione religiosa di "popolo eletto" a quella sionista di "popolo supremo" è la chiave interpretativa del passato e dell'oggi.

Una spiegazione del suprematismo e del fondamentalismo ebraico che, per alimentarsi, ha soffiato sul fuoco di un processo di radicalizzazione religiosa del conflitto e della infondata contrapposizione tra religioni come presupposto valoriale.

Della violenza coloniale, delle deportazioni, dell'apartheid, dei progrom in Cisgiordania, del furto quotidiano di case e terre, del furto iniziale dell'acqua da cui dipende la vita stessa del popolo palestinese, dell'appropriazione dei dazi doganali, dell'umiliazione dei check point, dell'omicidio scientifico e mirato di ragazzini di dieci anni colpevoli di lanciare un sasso contro l'occupante. 

Della incarcerazione arbitraria di più di 8000 Palestinesi, moltissimi senza processo con detenzione amministrativa, colpevoli di essere Palestinesi. Dall'odioso muro dell'apartheid che divide vite e famiglie e rende impossibile la vita quotidiana dei palestinesi. gaza

A chi ciancia a vanvera, a chi parla per sentito dire e apre bocca a sproposito senza conoscere la realtà, diciamo che questa è la Palestina prima del 7 ottobre, e questa sarebbe stata la Palestina delle prossime generazioni, fino alla scomparsa di un'identità palestinese, se non ci fosse stata, non ci fosse ora e non ci sarà sempre ribellione all'ingiustizia dell'occupazione militare e una Resistenza di popolo.

 

Sembra quasi una cinica beffa ma è invece reale: chiediamo retoricamente quale dovrebbe essere la reazione di una/un Palestinese nell'apprendere che un'immobiliare israeliana, già illegalmente e odiosamente insediata in Cisgiordania, oggi prospetti la vendita delle nuove proprietà sul mare. "Scegli la tua villa sul mare a Gaza" con questa è la pubblicità. 

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Si deve coerentemente trarne la conseguenza che la cosiddetta "guerra al terrorismo" è esplicitamente solo la copertura politico-ideologica per l'annientamento scientifico di un popolo. 

Israeliani, quindi, degni allievi degli u.s.a. che mostravano le inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam Hussein per ridurre l'Iraq a uno stato pre-industriale. Dopo aver lasciato sul campo almeno 250.000 morti, per lo più civili, per aver messo in discussione la predominanza occidentale nel possesso delle fonti petrolifere.

E dagli u.s.a. di Abu Ghraib hanno forse imparato nuovi metodi di tortura, o forse è il contrario considerata l'efferatezza e il livello di disumanizzazione del popolo palestinese come presupposto dell'annientamento.

Questa non è una foto di qualche film sulla guerra nazista ma è la malvagità quotidiana dei campi di  concentramento israeliani a Gaza, su terra palestinese, dove si viene spogliati e tenuti esposti al freddo per ore e giorni.

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Disumanizzazione per eliminare il nemico, disumanizzazione per poter sparare su vecchi, donne anziane, donne, bambine e bambini oltre che evidentemente su ogni maschio con la "giustificazione" di poter essere combattenti.

Disumanizzazione come presupposto sub-culturale del genocidio palestinese insieme ad un'altra caratteristica che, ogni giorno di più, contraddistingue l'esercito sionista e si svela in tutta la sua concretezza: la PAURA.

La paura dei vigliacchi abituati a bombardare le case da lontano, la paura di chi è abituato a combattere con una posizione di ovvia supremazia militare, la paura di chi spara sui civili da lontano attraverso l'obiettivo ad alta tecnologia del mirino, la paura di chi vede crollare il mito dell'invincibile esercito israeliano che si scontra e deve fare i conti, giorno dopo giorno, con la Resistenza di un popolo e delle sue organizzazioni combattenti.

Di un popolo Palestinese che però non ha dismesso la sua umanità, che non vuole assomigliare agli occupanti come automi in divisa pronti ad uccidere, ma che combatte con il cuore e con la consapevolezza di essere un popolo che è impossibile sconfiggere.

PERCHE' LA RIBELLIONE È PRODOTTA NATURALMENTE DALL'OCCUPAZIONE MILITARE SIONISTA.

Non è retorica propagandistica ma ogni uomo, donna, ragazza o ragazzo, bambino o bambina che vive sotto l'occupazione si ribellerà ad essa combattendo con ogni mezzo necessario.

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Noi, come militanti internazionalisti, abbiamo fatte nostre le parole di Ernesto “Che” Guevara che scriveva ai suoi figli di "indurirsi senza perdere la propria tenerezza" e, mentre il nostro cuore piange per la Palestina immersa nel sangue, i nostri occhi sono lucidi per l'odio per il nemico sionista che questo popolo vuole annientare.

IL POPOLO PALESTINESE ASPIRA ALLA PACE.

Ma sappiamo che non ci potrà mai essere pace senza giustizia.

Che esiste un'ingiustizia storica, imposta con l'avvallo dell'occidente imperialista, a cui l'umanità dovrà porre soluzione.

Che ci sono oggi vittime di chi è stato vittima ma è diventato carnefice.

Che il giusto e sacrosanto "mai più olocausto" è diventata invece giustificazione per il GENOCIDIO di un altro popolo.

Basta bombardamenti. Basta occupazione militare. Basta apartheid. Basta colonialismo sionista. Fermiamo la mano degli assassini.

 

PER IL RITORNO DEI PROFUGHI!

PER UN IMMEDIATO CESSATE IL FUOCO!

PER UNA PACE GIUSTA CHE CREI I PRESUPPOSTI PER LA LIBERA AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO PALESTINESE!

CON IL POPOLO PALESTINESE E LA SUA RESISTENZA!

Contro il sionismo e la sua violenza

ORA E SEMPRE RESISTENZA

 

gaza