37° SABATO DI MOBILITAZIONE PER LA PALESTINA organizzato dalle Associazioni e Comunità Palestinesi.

Inviato da redazione il Gio, 27/06/2024 - 12:42
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SABATO 29 GIUGNO ORE 15 ,00

PRESIDIO IN PIAZZA CASTELLO

37° SABATO DI MOBILITAZIONE PER LA PALESTINA

organizzato dalle Associazioni e Comunità Palestinesi.

 

CHI NON SI SCHIERA, CHI TACE È COMPLICE!

Dopo 36 appelli, altrettante mobilitazioni al sabato oltre alle diverse iniziative di boicottaggio e di presidi davanti alle sedi della Rai, della Comunità Europea, del Consolato Usa e iniziative territoriali diffuse, ci permettiamo una domanda retorica, forse prepolitica, a chi ancora non è ancora sceso in piazza con le Comunità e le Associazioni palestinesi.  Una nostra digressione da un ragionamento il più possibile oggettivo e scientificamente e storicamente provato ma rivolta direttamente a smuovere le coscienze.

COSA SERVE ANCORA? 

Cosa deve ancora accadere perchè ogni coscienza si ribelli? 

Cosa deve succedere ancora per accorgersi e provare solidarietà ed empatia per l'ingiustizia storica che sta vivendo il popolo Palestinese?

Un popolo che vive sotto l'occupazione colonialista da circa 100 anni solo ed esclusivamente schiacciato in questa condizione di oppressione con la violenza.  Da sempre.

Dal colonialismo britannico prima e dall'entità sionista-Israele dal 1948 poi con la Nakba (la catastrofe) passando per il 1967 e l'occupazione di nuove terre Palestinesi, come riconosciuto dall’Onu, e dalle numerose guerre di sterminio che si sono susseguite fino ad arrivare oggi ad una nuova Nakba, alla soluzione finale e al genocidio conclamato da parte del governo del terrorista fascista Netanyahu.

Come è possibile che nessuno tra quelli che si nascondono dietro all'accusa di terrorismo ai Palestinesi, anche dopo i 234 morti e i 33.000 feriti /dati ONU) delle pacifiche marce del ritorno del 2018, sia in grado di spiegarsi come mai l'entità sionista-Israele non abbia mai dichiarato i propri confini?

E che tutto questo è permesso, protetto e foraggiato dalla complicità statunitense, occidentale e anche italiana?

COSA SERVE ANCORA PER CAPIRE TUTTO QUESTO?

Dovrebbe bastare fare un obbiettivo confronto da ciò che i media riportano: nei giorni scorsi la Corte penale di Giustizia Internazionale chiede l'emissione di un mandato di cattura per i due generali russi Shoigu e Gerasimov per aver distrutto sovrastrutture civili e quindi per aver voluto colpire la vita della popolazione civile.

Nello stesso momento il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, per cui è stato richiesto lo stesso provvedimento di arresto per crimini contro l'umanità, invece vola in U.s.a. per incontrare i massimi esponenti del governo statunitense e il terrorista Netanyahu obiettivo della stessa richiesta di arresto, incontro tranquillamente il segretario di stato U.s.a…

Dovrebbero bastare il bombardamento e la distruzione quotidiana di chiese, scuole, moschee, sedi di strutture umanitarie internazionali fino all'incendio delle tende a ridosso degli uffici dell’UNRWA, , l’agenzia Onu per i profughi palestinesi, con l'atroce massacro di decine di bambine e bambini, donne e uomini bruciati vivi dalle bombe incendiarie israeliane. 

Dovrebbe bastare guardare gli effetti delle bombe israeliane al fosforo bianco e riuscire a sopportare la vista dell’agonia delle vittime fino alla loro morte.

Dovrebbe essere sufficiente vedere la popolazione civile trucidata dalle mitragliatrici dei carri armati israeliani mentre è in coda alle prime ore dell'alba per la distribuzione del pane.

Dovrebbe bastare ascoltare il grido di orrore lanciato da Save the Children sul numero di bambine e bambini "dispersi" a Gaza che, meglio di noi, riporta Michele Giorgio di "Pagine Esteri da Gerusalemme: La notizia giunge mentre Save the Children diffonde nel mondo un suo nuovo rapporto che toglie il fiato. Si stima, scrive, che fino a 21.000 bambini e minori di Gaza siano dispersi, molti dei quali morti sotto le macerie, detenuti, sepolti in tombe anonime. Numeri che integrano i dati del ministero della Sanità locale, secondo i quali dal 7 ottobre sono stati uccisi più di 14.000 bambini, circa la metà dei quali non sono stati ancora completamente identificati. Tanti bambini sono stati rinvenuti nelle fosse comuni, molti mostrano segni di tortura e di esecuzioni sommarie. Come è stato detto, più volte, Gaza è diventata un cimitero di bambini.

E ancora da Michele Giorgio: Pagine Esteri, 26 giugno 2024 - Dieci bambini di Gaza in media al giorno perdono una o entrambe le gambe a causa dell’offensiva israeliana.  A ricordare che tanti, troppi bambini e ragazzi della Striscia porteranno per sempre sui loro corpi le conseguenze di bombardamenti, è stato ieri Philippe Lazzarini, il capo dell’UNRWA. Non poche di queste vittime hanno subito interventi chirurgici senza anestesia perché gli ospedali di Gaza non hanno scorte sufficienti per le camere operatorie. Lo spettro della carestia, intanto, torna ad agitarsi. Un gruppo di esperti internazionali ha accertato che quasi 500.000 persone soffrono una condizione di «fame catastrofica» mentre i camion che entrano nella Striscia con cibo e generi di prima necessità restano pochi: due giorni fa appena 33.

Ma questo non basta, come non bastano le immagini che testimoniano la disumanità del trattamento riservato ai più di 10.000 ostaggi Palestinesi, ostaggi in mano al sionismo di cui nessuno parla, perché solo il riportare i dati dei morti in carcere per stenti e torture rappresenterebbe una denuncia lacerante davanti al mondo intero della visione e del DNA razzista e suprematista della strategia sionista egemone in Israele.

Tutto questo pare non bastare a far rivoltare la presunta "coscienza democratica” di chi si volta dall'altra parte e delega ad altri la risposta necessaria.

Dovrebbe bastare l'insulto all'onestà intellettuale collettiva sentire parlare di "esercito più morale del mondo" riguardo alle bestie selvagge con le divise dell'IDF sbugiardate dall'immagine di un prigioniero palestinese ferito dopo un rastrellamento in Cisgiordania e portato in giro su un camion militare come monito per la Resistenza Palestinese.

gaza

Come può questa immagine non riportarci alla mente le pagine di Beppe Fenoglio con il vivido racconto  dei rastrellamenti nazisti in Piemonte quando i fascisti della Repubblica Sociale (quella di cui fu ministro quell' Almirante icona "politica" di Meloni, Larussa  e fondatore del partito da cui arriva FdI) legavano i partigiani uccisi sui cofani dei loro mezzi e li portavano in giro nei paesi per incutere terrore e orrore.

Ma il livello di adesione al genocidio palestinese è tale che la stessa dirigente dell' Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi di Segni e Riccardo Pacifici (ex presidente della Comunità ebraica romana) sono disposti a dimenticarsi dell'olocausto pur di non nuocere al genocidio Palestinese e ai suoi complici italiani. Infatti, sempre pronti in passato, a esprimere con forza una ferma e giustissima condanna di ogni atto antisemita, oggi tacciono davanti all'apologia di fascismo e nazismo e ai Sig Heil dei giovani balilla di Fratelli d'Italia tanto esaltati dalla Meloni.

Dal fatto quotidiano :  " Le uniche parole sono quelle di Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano: “Non sono sorpreso, so che ci sono questi fenomeni tra i giovani di FdI. La cosa positiva però è che Meloni sta mantenendo un comportamento istituzionale corretto, ha una linea diversa rispetto a questi fanatici”. Che però non sono stati condannati, né da Meloni né da altri. " . Anzi  esaltati pubblicamente! Aggiungiamo noi.

A chi sta dalla parte di chi commette un genocidio e permesso anche inneggiare all'Olocausto!!

Non ci stupisce l'antisemitismo della destra di piazza e di governo perché parte irrinunciabile della loro storia "politica", ma ci fa orrore l'atteggiamento strumentalmente giustificazionista di chi dovrebbe accendere semaforo rosso per ogni minimo atteggiamento negazionista o apologeta dell'Olocausto.

La quotidianità della violenza come dato strutturale del governo dei nazi-sionisti Netanyahu & C, ci dice che invece di lavorare per un ritiro delle truppe da Gaza e per un cessate il fuoco permanente come garanzia indispensabile di ogni processo di possibile pace, punta all'espansione del teatro di guerra come condizione per la sua sopravvivenza politica. Il Libano è il l’obiettivo dichiarato sapendo che militarmente avrebbe pesantissime ripercussioni ma definire un nemico da combattere è nel codice genetico del governo sionista israeliano.

Prima di lasciare la parola (qui) al più famoso storico ebreo Ilan Pappè sul possibile futuro di pace in Palestina, vogliamo sottolineare, non senza emozione, che il Popolo Palestinese e la sua Resistenza stanno combattendo ancora dopo quasi 9 mesi contro la ferocia di un esercito tra i più potenti al mondo, sostenuto economicamente e militarmente dal cosiddetto "occidente democratico".

La Resistenza di un popolo che è ormai bandiera e simbolo di dignità e di indomabile volontà di liberazione dal colonialismo, dall'apartheid e dalla pulizia etnica e dall'imperialismo.

Con il popolo palestinese! 

Con la sua Resistenza armate e civile e di popolo!

Per una Palestina finalmente libera.

Terra di pace, convivenza e solidarietà tra etnie e religioni diverse con Gerusalemme capitale.

 

 

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