Guerra in Ucraina: ipocrisia e ingiustizia

Inviato da redazione il Mar, 01/03/2022 - 02:24
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Scriviamo questo approfondimento a tutto campo sulla guerra in corso, rinviando e affidando le analisi più specifiche alle nostre ultime "note sulla guerra" delle quali riportiamo il link.
Questo pezzo è invece indirizzato, auspicando un ricorso a piene mani all'onestà intellettuale di chi ci leggerà , alle migliaia di persone con le quali abbiamo sfilato sabato pomeriggio a Milano. Perchè non basta gridare "stop war", perchè quella giornata cosi partecipata non sia solo un semplice, formale e inutile esercizio di pacifismo, nella convinzione che senza la comprensione piena (o quantomeno per quello che ci è dato capire), e la forte denuncia delle cause della guerra in corso, si stia navigando solo nel piccolo mare compatibile del dissenso organico e subordinato al potere.
 
Il vero pacifismo è fuori dalla Nato e contro ogni imperialismo.
 
Contro l' aggressione militare russa l'ipocrisia, la manipolazione, l'ingiustizia e l'unilateralismo sono armi di autoassoluzione dell'imperialismo statunitense e del capitalismo occidentale.
 
Ormai è consapevolezza comune che la prima vittima delle guerre sia la verità.
Mentre procede l' avanzata dei carri armati russi sul territorio ucraino siamo frastornati da una gran cassa mediatica schierata che vuole nascondere e manipolare la complessità della realtà. Aggiungendo infamità strumentale ad una guerra già di per se infame e disumana perchè scontro tra potenze che tengono in ostaggio, e ne fanno pagare i costi, alle popolazioni civili ucraine, russe ed europee.
Non ci sono attori innocenti in questa guerra, se non la popolazione ucraina in fuga da questa per il terrore di rimanerne vittima, e le classi sfruttate di ogni paese direttamente o indirettamente coinvolto come la Russia o l'Italia, che ne dovranno pagare i costi.
 
La guerra imperialista è sempre oscena, qualunque guerra è oscena, con la sua crudeltà, il suo orrore, la sua disumanità e le sue immagini di morte e questo è per noi inaccettabile. Inaccettabile nella sua violenza proprio perchè abbiamo un immaginario che ci pone il traguardo di una società non più divisa in classi con al centro i bisogni dell'uomo e la qualità della sua vita,  l'internazionalismo e la solidarietà tra  le masse sfruttate.
Per questo abbiamo scelto di stare solo dalla parte della nostra classe, dal lato della barricata dei lavoratori, dei precari, delle donne che pagano il costo più alto nelle crisi, di chi emigra per non morire di fame o per gli effetti del riscaldamento globale, degli studenti nel loro ruolo di futuri sfruttati e della natura violata dal modo di produzione capitalistico.
 
Ma è fondamentale mantenere sempre un'oggettività di giudizio, un'onesta intellettuale a cui facciamo appello che non riscontriamo in quello che vediamo, sentiamo, leggiamo sui media nazionali "embedded" e vergognosamente asserviti. 
 
Affermare di essere contro la guerra diventa solo un criminale e ipocrita utilizzo strumentale di una corretta e sacrosanta affermazione di principio se si è invece lavorato per creare le condizioni che questa potesse avvenire; ed è questo quello che è avvenuto.
 
E sarebbe sbalorditivo e quasi comico, se non fosse una tragica mistificazione, una manipolazione, un ribaltamento  totale della realtà, leggere che Israele e i talebani dichiarano di essere contro la guerra come strumento per redimere le contraddizioni tra gli stati !!!
 
Ed è per questo che non vogliamo arruolarci con l'imperialismo statunitense, la Nato e il capitalismo occidentale diventati l'agnello di pace contro il feroce orso russo.
 
Questa guerra giocata sulla pelle della popolazione civile ucraina è la rappresentazione tragicamente armata dello scontro economico e politico tra l'imperialismo statunitense, con il codazzo contraddittorio delle cosidette "democrazie occidentali" che ne pagheranno i costi, e la superpotenza militare russa per la ridefinizione di nuovi ruoli mondiali, e dell' egemonia per il controllo geopolitico da incrementare con l'allargamento o meno della Nato, condita anche con l'interesse specifico u.s.a. nella fornitura di gas all'Europa in contrapposizione (guerra?) agli interessi russi con i gasdotti 1 e 2.
 
Mentre non ci schieriamo in difesa della superpotenza militare russa che ha iniziato questa guerra sul campo, ci rifiutiamo però di aggiungerci alla lunga lista dei sostenitori di chi si auto assolve dei propri crimini impuniti per combatterne l' aggressività e l'escalation militare.
 
Rimanendo con l'obiettivo puntato sull'Italia, fiutiamo la miserabile ipocrisia di chi oggi, come Salvini e Meloni,  sproloquiano di solidarietà e offerte di accoglienza per i profughi di guerra ucraini mentre hanno sempre alzato muri razzisti contro i milioni di profughi in fuga dalle guerre di razzia e di distruzione, (queste si di massa e non come le armi di Saddam mai trovate)  dall' Iraq o dalla Siria o, in ultimo dalla tragica situazione in Afghanistan.
Singolare però dover denunciare, in questa strumentale gara di solidarietà e nel silenzio dei media arruolati, il fatto che stanno avvenendo episodi di discriminazione su base etnica nei confronti di emigrati di pelle nera che vivendo in Ucraina stanno  provando a scappare dalla guerra nel flusso disperato dei profughi. 
Evidentemente la guerra non è una cura sufficiente per curare dal razzismo, ma di questo pare non importi a nessuno nell' esaltazione della solidarietà europea.
Denunciamo le dichiarazioni del PD e del suo segretario Letta che indossando il casco Nato, si spertica in lodi al rigore del governo italiano pronto a fornire armi all'Ucraina. Più realisti del re, come l'Europa che parlando di pace fomenta la guerra con l'invio di armi al fronte. Con la Finlandia che chiede di entrare nella Nato come ovvia provocazione nei confronti della Russia. A dispregio di ogni dichiarazione di ripudio della guerra si persegue invece un'escalation nell'uso delle armi. 
 
Tornando ad un quadro più generale, denunciamo l'ipocrisia delle potenze imperialiste occidentali e del blocco Nato che hanno messo sul banco degli imputati, guerra di rapina dopo guerra di rapina, i propri nemici economici o geopolitici  in Iraq, Libia, Siria, Afghanistan e ora la Russia e magari a breve anche la Cina.
Ma se il problema fosse veramente "portare la democrazia" e abbattere il dittatore di turno ci domandiamo retoricamente come mai il dittatore Erdogan, che pratica e rivendica il genocidio del popolo Curdo, sia accolto al tavolo dei "grandi" e cinicamente pagato miliardi di euro per tenerci lontani i profughi delle guerre che lo stesso "democratico occidente" ha causato. Lo stesso Erdogan che massacra ancor oggi gli uomini e le donne della resistenza Curda e Azida fino a ieri elogiata nel mondo per aver eroicamente infranto il sogno di uno stato per  il fondamentalismo islamico dell'Isis.
Domandiamo retoricamente, conoscendone la risposta, come mai non sia stata sanzionata, e additata come nemico dell'umanità,  l'Arabia Saudita (amici Usa?) per le centinaia di migliaia di morti nello Yemen perchè vicini politicamene all'Iran sciita.
Come sia accettabile nella "democratica Europa" la pratica dell'oppressione e dell'assassinio di massa, fino al genocidio, del popolo palestinese per mano  del sionismo israeliano. Ricordando anche solo gli oltre 1500 morti in pochi giorni dell'operazione Piombo Fuso. Guerra vera con l'intera Gaza ridotta ad un cumulo di macerie. Perchè l'ingiustizia della manipolazione ci fa odiare ancora di più i padroni della guerra ed è tragico doverlo sottolineare, se ogni morto è un crimine e un peso sulle coscienze, domandiamo come mai Israele non abbia pagato per i 1500 palestinesi morti sotto le bombe, torturati nelle carceri e giustiziati nelle strade, invece che ....... forse questa volta gli israeliani hanno esagerato con le bombe e le armi al fosforo vietate da ogni convenzione nel distruggere case, scuole e ospedali sparando direttamente sulle autoambulanze, come testimoniato persino dagli osservatori dell'Onu.
E ancora come mai, ancora con riferimento retorico ad una presunta e neutrale giustizia internazionale, non siano stati accusati di crimini  contro l'umanità i presidenti Bush (padre e figlio) degli stati uniti d'america, come contraltare all'impiccagione in diretta tv di Saddam Hussein. Presidenti comandanti di un esercito che hanno le mani e le braccia lorde del sangue di milioni di iracheni trucidati per il petrolio e i loro luridi  interessi di controllo gepolitico in quell'area cosi densa di risorse energetiche.
Ed è calzante oggi il ricordare la bugia  delle "armi di distruzione di massa", rammentare la foto del capo di stato maggiore statunitense Colin Powell con in mano una provetta che avrebbe dovuto provare  l'esistenza delle armi chimiche di Saddam. Una criminale bugia pianificata per lo sterminio di un popolo per cui nessuno ha mai pagato.
Ci domandiamo ancora retoricamente come mai il presidente U.S.A. di turno non sia stato accusato di stragi, insieme al comando Nato e a D'Alema, il loro piccolo miserabile servitore in cerca di un riconoscimento occidentale, per la guerra in Serbia, per i bombardamenti a tappeto su Belgrado e soffiato sul fuoco di tragiche divisioni etniche solo per i loro sporchi interessi geopolitici.
Ma forse ricordiamo male, quella non era guerra, le chiamavano "missioni di pace" o al massimo veniva utilizzato l'ossimoro "guerra umanitaria".....
Quando incominciavano i campi di concentramento in Croazia con gli stupri di massa di donne serbe. La stessa Croazia dei nostalgici ustacia fascisti immediatamente però riconosciuta dall'Europa insieme alla Slovenia per definire lo smembramento della Jugoslavia in zone d'influenza, con gli occhi puntati solo sulla disumana violenza di Milosevic e dei fascisti cetnici sulla popolazione bosniaca. 
Forse la prima  "guerra umanitaria" nata con la grande menzogna, costruita ad arte, di un massacro con le foto dell' interramento in fosse comune di civili uccisi da parte dell'esercito serbo, quando la stessa ONU sapeva benissimo si trattasse di una carovana di guerriglieri dell'UCK che le forze di autodifesa serbe avevano intercettato e annientato. Per non voler tornare molto indietro nel tempo con il famoso (e mai accaduto) scontro tra motonavi vietnamite e u.s.a. nel golfo del Tonchino per giustificare la guerra aperta contro il popolo vietnamita costata milioni di morti. E i milioni da quel lontano 1964 sono diventati molti di più, troppi, inclusi lo sterminio degli oppositori da parte dei vari regimi fascisti e nazionalisti instaurati, con colpi di stato militari, in centro e nel sud america con il supporto diretto del governo del grande fratello AmeriKano che armava e addestrava militarmente le locali bande di sadici tagliagole con il nome di squadroni della morte. 
Ma si è forse persa la memoria di quel tragico periodo o si è certamente dei miserabili giornalisti in divisa alla difficile ricerca di una legittimazione democratica per le manovre di guerra non dichiarata Usa-Nato prima dell'inizio della guerra russa in terra ucraina,, quando si arriva sfrontatamente a paragonare il sogno democratico riformista di Salvator Allende con il tragicomico Zelenski ora diventato eroe nazionale ben protetto dalla sua guardia pretoriana dichiaratamente neonazista. 
 
battaglione azov
Foto di gruppo di un gruppo di soldati del battaglione Azov
con la bandiera delle Nato a fianco di quella nazista.
Vuol dire che il popolo uraino è nazista ? No certamente, ma vuol dire comprendere l'odio delle popolazioni del Donbass attaccate da questa banda nenazista in divisa.
 
Questo per noi vuol dire essere contro la guerra ma con tutta  la rabbia, l'odio possibile derivato da un'analisi dialettica (e non arruolata) sulle cause strutturali che l'hanno causata e che ne permetterà un giorno l'abolizione senza saltare sul carro del vincitore che, come sempre accade, riscriverà la storia a suo favore.
 
Ci teniamo a sottolineare che la denuncia delle menzogne, il "casus belli" con riferimento alla guerra contro la Serbia e al popolo vietnamita non sono un nostro semplice esercizio di memoria storica, ma si fonda sulla spaventosa idea che un altro "incidente" possa far precipitare la situazione verso un livello superiore del conflitto, verso una terza guerra mondiale che già il fatto di essere stata paventata da Biden la fa rendere possibile.
E se accadesse sarebbe una (la più grave e forse definitiva) delle tante possibili menzogne di guerra che ci propinano per creare consenso e per farci schierare per uno dei contendenti quando invece sarebbero la verità e la pace a venire spazzate dalla storia anzichè la guerra.
 
Una verità complessa che ci parla di una situazione nella quale si è passati da un mondo diviso in due blocchi ad una multipolarità con diverse potenze economiche che si contendono l'egemonia sui mercati.  
Di una crisi strutturale di un modo di produzione che ha assottigliato i profitti a cui nessuno vuole rinunciare.
Come anche dei viaggi dei piazzisti targati U.s.a. in Italia e in Europa, per provare a vendere il loro gas, prodotto dal devastante e costosissimo metodo frackng, in guerra (appunto) al gas russo. 
Di una situazione economica interna molto difficile e di elezioni vicine sia negli Usa (definiti a prescindere "faro della democrazia", un' opinione non condivisa dai neri ammazzati per le strade e e dal "black lives matter" e appannato dal tentato colpo di stato trumpista o dalle promesse disattese di apertura sociale di Biden) che in una Russia dove la forbice dell'ingiustizia sociale si allarga esponenzialmente con una percentuale irrisoria di oligarchi che hanno in mano la ricchezza nazionale.
 
Siamo contro la guerra perchè ancora una volta ne stanno pagando e ne pagheranno i costi e le conseguenze i proletari ucraini e russi, perchè pagheremo anche noi i costi di questa guerra di posizionamento di super potenze.
Non ci annoveriamo però tra i ciechi sclerotizzati in cerca di punti di riferimento, che pensano ancora alla Russia di oggi come a quel grande paese che ha tracciato una strada di liberazone dal capitalismo rivoluzionando il mondo nel 1917 e che non è oggi nemmeno lontanamente riferibile ad una sorta di blocco progressista a cui poter guardare anche se con diffidenza. 
Ma non ci schieriamo certo con il nemico di sempre, l'imperialismo usa e la Nato suo strumento di morte.
 
Ma al di la di ogni affermazione di principio la guerra incide pesantemente sulle vite di milioni di persone oggi, direttamente in Ucraina e indirettamente in Russia e in Europa, e deve essere immediatamente fermata. Che i criminali si siedano intorno ad un tavolo e trovino una via d'uscita prima che sia troppo tardi, sospendendo ogni mira espansionistica e ogni processo di consolidamento di aree di influenza militare.
 
Sul nostro "fronte interno" va però rilanciato il conflitto contro il governo dei padroni asservito agli interessi Usa e Nato. Contro la nostra "repubblica democratica" che a parole ripudia la guerra mentre mette sotto processo per associazione a delinquere i portuali di genova che hanno provato a bloccare le bombe prodotte in Italia e dirette all'Arabia Saudita. Va lanciata una campagna di boicottaggio della guerra, nessuna base, nessun soldato per qualsiasi guerra imperialista.
Va rilanciato con forza un processo di costruzione di un fronte di classe internazionalista che si batta contro lo sfruttamento di classe e il modo di produzione capitalistico basato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura come unica condizione per fermare ogni guerra.
 
Sembra quasi un'utopia ma è l'unica soluzione possibile e praticabile per una società solidale di liberi e di eguali e per cacciare definitivamente la guerra dalla storia dell'umanità.
 
 
I compagni e le compagne del Centro Sociale Vittoria