Appello per un’assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi/e della Lombardia

Inviato da redazione il Mar, 06/10/2020 - 12:42
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Raccogliendo le indicazioni e valorizzando ogni elemento di ricomposizione delle lotte prodotto dall'assemblea nazionale dei lavoratori combattivi del 27 settembre a Bologna e della piazza della resistenza anticapitalista a Modena sabato 3 ottobre, invitiamo tutte e tutti ad un momento di confronto tra settori di lotta diversi, fabbrica, territori, servizi, scuola sanità per costruire una giornata di mobilitazione nazionale articolata nelle diverse aree metropolitane o regionali.
Visto il crescere dei contagi invitiamo tutti e tutte a rispettare scrupolosamente le condizioni di distanziamento organizzate nel salone dell'assemblea oltre che l'ovvio utilizzo delle mascherine.
 

 

Appello per un’assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi/e della Lombardia

 

A tutte le lavoratrici e lavoratori combattivi, a tutti coloro che vogliono uscire da questa situazione di passività e sottomissione ai poteri del capitale con la lotta.

La crisi capitalistica fatta detonare dalla pandemia Covid-19 è stata tamponata dal governo con il blocco dei licenziamenti (che non ha impedito la perdita del lavoro per 600 mila lavoratori a termine o tramite i cambi appalto), e il prolungamento della Cassa Integrazione-Covid: un’elemosina, di fatto pari a metà del salario già basso, che ha gettato milioni di persone in una condizione di povertà e a caricarsi di debiti per sopravvivere. La crisi segnerà pesantemente anche il prossimo anno, e se non troveranno resistenza i borghesi grandi e piccoli la scaricheranno sulla classe lavoratrice.

Mentre CIG e blocco dei licenziamenti volgono a scadenza e la pandemia non sembra arrestarsi, i padroni a partire da Confindustria chiedono libertà di licenziare per avere la libertà di sfruttare a salari ancora più bassi (i CCNL scaduti riguardano ormai 14 milioni di lavoratori), e nuove leggi per irreggimentare la possibilità di organizzarci e scioperare nei luoghi di lavoro mentre si preparano a spartirsi i miliardi in arrivo dalla UE ed aggravare i costi di una crisi che peserà interamente sulle spalle di chi lavora.

Il probabile riaccendersi del contagio rischia di portare a nuove stragi sui luoghi di lavoro, e tra gli anziani, se la sete di profitto farà allentare le misure di protezione, oltre a prolungare e aggravare la crisi. Tra la massa lavoratrice la paura prevale ancora sulla volontà di reagire. Ma proprio per dire no alla politica del profitto in spregio alla salute e alla vita dei lavoratori, e a tutte le stragi del profitto, già a primavera in numerose fabbriche e magazzini i lavoratori hanno scioperato o si sono astenuti dal lavoro, e negli ultimi mesi in diversi luoghi di lavoro i lavoratori sono scesi in lotta contro i licenziamenti, dalla TNT-Fedex alla Maschio all’Hotel Gallia di Milano, dai metalmeccanici ai lavoratori dello spettacolo e del commercio. Di fronte alla passività delle burocrazie dei sindacati confederali pronte ad ogni concessione a padroni e governo in cambio del monopolio della rappresentanza, e di fronte alle dinamiche di autocentratura e perenne divisione di alcune realtà del sindacalismo di base, occorre dare coraggio alla massa dei lavoratori unendo le avanguardie di lotta sul terreno di un fronte unico anticapitalista.

Per difenderci sul lavoro e cambiare i rapporti di forza nella società, sui temi dell’occupazione e riduzione dell’orario, del salario garantito, dei rinnovi contrattuali, delle tasse, della salute e istruzione, delle condizioni e diritti delle donne, per la parità di diritti agli immigrati e l’unione coi lavoratori degli altri paesi contro il nazionalismo e la guerra, respingendo ogni scappatoia di carattere razzista tesa a dividere la nostra classe.

Sabato 3 ottobre abbiamo preso parte alla partecipata manifestazione di Modena per la libertà di organizzazione e di sciopero, contro la repressione da parte di questura e magistratura, che con 477 denunce solo in quella provincia hanno attaccato pesantemente la libertà di sciopero.

Sabato 27 settembre abbiamo partecipato a Bologna all’Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi, dov'erano presenti centinaia di lavoratori di diversi settori e appartenenze sindacali (sindacati di base, opposizione CGIL, senza sindacato) uniti nel comune intento di dare una risposta comune di lotta contro l’offensiva padronale e governativa che si inasprirà con il protrarsi della crisi. Alleghiamo il comunicato finale dell’assemblea, che consideriamo un primo e importante passo nella direzione di un movimento di lotta unitario, e riassume la piattaforma in cui ci riconosciamo.

Riteniamo che, come già avvenuto in altre regioni, anche a Milano e Lombardia occorra unirci sui territori come lavoratrici e lavoratori combattivi, indipendentemente dal sindacato di appartenenza, per promuovere iniziative comuni a partire da quella di piazza del 24 ottobre lanciata dall’assemblea di Bologna.

Per questo invitiamo tutte e tutti coloro che intendono partecipare a questo percorso a partecipare all’assemblea regionale delle lavoratrici e lavoratori combattivi domenica 11 ottobre, ore 14:30, a Milano presso il CSA Vittoria (via Muratori 43, linea metro gialla MM3 fermata Lodi TIBB)

Lavoratori e lavoratrici combattivi

Qui la mozione conclusiva dell'assemblea di Bologna del 27 settembre https://www.csavittoria.org/it/capitalelavoro/mozione-conclusiva-dellas…