Sabato 8 giugno 34° sabato in piazza per la Palestina a Milano

Inviato da redazione il Gio, 06/06/2024 - 09:09
Categoria

Sabato 8 giugno 34° sabato in piazza per la Palestina a Milano

CONTRO IL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE

PER UN CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E PERMANENTE

ore 15 Piazza Duca d'Aosta Milano

partecipiamo tutte e tutti alla piazza indetta dalle Associazioni e Comunità Palestinesi

 

gaza
MILANO E' PALESTINESE!

Dal 7 ottobre 2023 sono 36.479 i Palestinesi assassinati dalle bombe, dai proiettili sionisti e dalla fame causata dall'impossibilità di ricevere aiuti umanitari a causa del blocco asfissiante intorno a Gaza. Questo numero impressionante di morti sale giorno dopo giorno e subisce impennate dopo che l'esercito criminale di Israele esce da quartieri di Gaza occupati e si trovano fosse comuni con centinaia di corpi devastati di donne, uomini, bambine e bambini. I feriti sono 82,775 ma mancano all'appello migliaia di Palestinesi sepolti sotto le macerie.

In Cisgiordania continua la pulizia etnica ai danni dei contadini Palestinesi da parte dei coloni armati dal governo fascista, con il risultato di più di 520 morti. 

È impossibile ad oggi conoscere il numero esatto dei prigionieri, degli ostaggi Palestinesi in mano al piccolo stato canaglia. detenuti senza processo, torturati, uccisi dalle sevizie dopo essere stati rastrellati nei paesi occupati.

Questa è la pace sionista e questa è la moralità degli assassini in divisa dell'esercito israeliano

Il livello di disumanità fino al genocidio, raggiunto a Gaza e in Cisgiordania dall'entità sionista Israele, è tale che un possibile cessate il fuoco è oggi al centro di una trattativa che vede Joe Biden pressare il terrorista Netanyahu pur di arrivare ad una qualsiasi soluzione. Una qualsiasi forma di cessate il fuoco, da poter sbandierare propagandisticamente negli Usa, per provare a recuperare consenso tra gli immigrati e gli studenti scesi in piazza con l'occupazione delle università contro il genocidio del popolo palestinese di cui Joe Biden è stato complice criminale. Complice per aver fornito le armi del massacro e complice per aver bloccato ogni risoluzione delle nazioni unite che provasse anche solo formalmente ad inchiodare l'entità sionista Israele alle sue responsabilità nel genocidio.

Contemporaneamente il terrorista Netanyahu si appresta ad aprire un altro fronte di guerra minacciando l'invasione militare del Libano concedendosi così mano libera per terminare l'opera di annientamento del popolo Palestinese e mentre nessuno ferma concretamente la su amano assassina che sta riscrivendo una nuova pagina di disumanità nella storia dell'umanità tracciando una nuova equiparazione SIONISMO = NAZISMO.

Non vogliamo rifare l'elenco delle stragi sioniste in Palestina dall'insediamento ufficiale di Israele con la Nakba come anche nella sua preparazione e, a questo proposito, consigliamo la lettura del nostro pamphlet .....ma vogliamo solo concentrare l'attenzione su una strage come sempre dimenticata in fretta dai media: la strage dell' imbarcazione Mavi Marmara della Freedom Flotilla il 31 maggio del 2010. 

Dopo l'operazione Piombo Fuso tra il 2008 e il 2009 e l'ennesima strage di migliaia di civili inermi, il governo israeliano aveva attuato il blocco del mare antistante Gaza (come oggi) e il tentativo di superarlo da parte di decine di solidali imbarcati sulla nave Mavi Marmara colma di derrate alimentari, fu fermato dalle forze speciali sioniste che attaccarono la nave causando 16 morti e un'ottantina di feriti.

Approfittiamo per ricordare, a chi inspiegabilmente ancora non si è ancora schierato, che la fiammata del 7 ottobre è avvenuta dopo 13 anni da quella strage e lo strumentale e tanto decantato "diritto a difendersi” di Israele è sempre stato utilizzato solo come scusa per la pianificazione di uno sterminio di massa già in corso in quegli anni.

Ma ora siamo davanti ad un genocidio ed è impossibile non schierarsi con il popolo Palestinese e con la sua Resistenza.

Una Resistenza di popolo che si oppone a questo genocidio per mano del sionismo israeliano. 

Perché la questione medio-orientale, come viene definita in maniera edulcorata dai megafoni del sionismo israeliano, non ha radici nel fascismo conclamato del terrorista Netanyahu e nella sua banda di tagliagole ma nel sionismo, nel radicalismo settario ebraico, nel colonialismo e nell'occupazione della terra Palestinese.

Il sionismo e cioè l'imprinting del fondamentalismo ebraico di una Grande Israele dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, nasce sul sangue Palestinese e si può affermare pienamente solo ed esclusivamente spargendolo a piene mani.

E infatti sionista non è solo il criminale Netanyahu, sionista era anche, ad esempio, Golda Meir (laburista...) che nel 1969 dichiarava: «Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano». Ed è questa la strategia politico/confessionale sionista che guida la mano dell'esercito criminale a Gaza come in Cisgiordania. 

Ed è la stessa strategia che strumentalmente sovrappone ebraismo a sionismo che invece sono strutturalmente diversi e anzi antitetici: legittimo credo religioso il primo e strategia politica colonialista e genocida il secondo.

Il credo religioso non ha nulla a che fare con la strategia colonialista, con l'oppressione e lo sterminio di un popolo e infatti è sempre maggiore il numero di donne, uomini, ragazze e ragazzi di religione ebraica che si schierano contro il sionismo, che si rifiutano di prestare servizio militare per non dover uccidere altri esseri umani.

Di diventare complici di un genocidio in nome di un estremismo politico/religioso suprematista che divide i popoli, in questo del tutto simile e comparabile all'estremismo religioso di quell'orda nera di disumanità rappresentata dall'Isis.

Ma a questa violenza sistemica il popolo Palestinese oppone il suo sogno, un sogno di pace e di convivenza, un'unica terra di Palestina dove popoli, etnie e religioni diverse siano considerate una ricchezza per incrementare conoscenza e solidarietà. Un unico stato laico con Gerusalemme capitale come cuore delle religioni monoteiste.

Un sogno faticoso da raggiungere ma probabilmente l'unica possibile soluzione perché si possa parlare di vera Pace, di Pace giusta senza che i Palestinesi vengano destinati ad una vita in piccole riserve come il popolo dei nativi americani con la nascita della poco civile storia degli Stati Uniti d'America.

Per questo il popolo Palestinese non può essere lasciato solo.

Ma ora è il momento di un cessate il fuoco immediato e duraturo, di uno scambio "tutti per tutti" delle migliaia di prigionieri palestinesi e delle decine di israeliani sopravvissuti alle bombe Usa. È' il momento di sostenere con tutte le nostre forze l'invio di aiuti umanitari a Gaza e in Cisgiordania.

Per questo è necessario schierarsi e sostenere la sua richiesta di un libero processo di Autodeterminazione con il ritorno dei profughi cacciati dal sionismo con la Nakba.

 

CON LA PALESTINA CHE RESISTE!!

Sostieni la ricostruzione dell'asilo Vittorio Arrigoni: www.ricostruiamoasilovik.it

Segnaliamo il nostro pamphlet divulgativo sulla Palestina da leggere o scaricare: https://www.csavittoria.org/it/csa-vittoria/contributo-la-palestina