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La partecipata assemblea degli - operai combattivi - dell' 11 ottobre a Milano ha rappresentato un piccolo ma significativo passo in avanti da molti punti di vista.
Innanzitutto ha contribuito a cementare ed allargare le relazioni tra i lavoratori e le lavoratrici di diverse strutture di lotta avvicinandone di nuove al percorso intrapreso ed evidenziando l'importanza del costruire un percorso di confronto tra lavoratori e lavoratrici, al di la di ogni appartenenza sindacale o di struttura politica o territoriale, sul problema oggettivo del come contrastare l'offensiva confindustriale in un momento di sovrapposizione della crisi pandemica ad una fase di crisi strutturale del modo di produzione capitalistico.
Si sono infatti succeduti moltissimi interventi di lavoratrici e lavoratori di molteplici settori: precari della scuola, alberghiero, operatori sociali, ferrovieri, metalmeccanici, logistica, addetti ai servizi, sanità pubblica e privata, che hanno sottolineato l'evidenza di un'unica barriera anticapitalista contro lo sfruttamento di classe rilanciando con un nuovo vigore quello che è l'unico strumento dei lavoratori e cioè la l'unità e la lotta di classe.
Nell'assemblea è stata posta in grande rilievo la questione di genere e il particolare livello di sfruttamento vissuto ancor di più dalle donne in questa fase sottolineato da interventi di lavoratrici e di compagne di diversi ambiti lavorativi.
La sicurezza e la salute nel posto di lavoro sono stati inoltre posti in forte evidenza come elemento unificante e componente strutturale di ogni lotta ancor di più nella fase di criminale ricatto posto dai padroni salute o lavoro, lavoro o diritti.
Non possiamo fare un resoconto delle decine di interventi che si sono succeduti ma la sintesi migliore sta nella definizione di un filo rosso della ricomposizione in un unico fronte che tiene strettamente legati lavoro/lavori, casa, contraddizioni di genere, territorio, scuola, sanità, immigrazione e ogni altra contraddizione interna al conflitto capitale lavoro. ll passo sostanziale che si è fatto in avanti è stato quello di comprendere e condividere come anche un fronte di rivendicazioni sociali e di lotte sindacali debba essere imprescindibilmente rafforzato e sostanziato in una prospettiva anticapitalista che indichi quale sia il vero nemico di classe e dei livelli di conflitto da perseguire per uscire dal ghetto perdente delle compatibilità e per generalizzare la coscienza della necessità della trasformazione rivoluzionaria dell'esistente.
Per chiudere questo brevissimo resoconto, l'assemblea milanese ha fatto propria l'indicazione uscita dall'assemblea nazionale del 27 settembre di lanciare per il 24 ottobre una giornata di mobilitazione nazionale articolata in ogni territorio.
Come motivo di orgoglio ed esempio di "disciplina proletaria" vogliamo segnalare che l'assemblea, nonostante l'alta partecipazione, si sia tenuta nel rispetto del distanziamento e della sicurezza di tutti i partecipanti.
I compagni e le compagne del Csa Vittoria.
Il Csa Vittoria aderisce al Patto d'Azione per un Fronte di classe anticapitalista.